Lo scandalo Volkswagen non cessa di fare scalpore, considerato il grandissimo numero di consumatori coinvolti, circa 650.000 solo in Italia, ma soprattutto data la continua espansione del fenomeno (clicca qui per il precedente articolo).
Invero, non sembra si possa più parlare di “Dieselgate” dal momento che le voci relative all’inclusione dei motori benzina tra quelli incriminati sembrano trovare, in questi ultimi giorni, riscontri positivi.
Ci sarebbero infatti anomalie sul propulsore 1.4 con tecnologia di disattivazione dei cilindri (ACT), oltre le motorizzazioni da 3 litri tra cui la Cayenne del marchio controllato Porsche.
La stessa casa tedesca ha, effettivamente, confermato l’esistenza di alcune criticità anche sulle emissioni di CO2.
Alla luce dei presunti vizi riscontrati sui veicoli di cui sopra, ma soprattutto su quelli con motore 2.0 TDI EA 189 commercializzati dal 2009 in poi, ma probabilmente anche su quelli con motore 1.6 TDI, stiamo lavorando sul caso al fine di predisporre, come già accennato, una doppia tipologia di “class action”.
In particolare, l’azione cui potranno aderire i proprietari dei veicoli incriminati, sarà strutturata sul risarcimento del danno patrimoniale derivante dalla minusvalenza del bene acquistato, oltre quello dovuto a tutte le restrizioni nella circolazione che discendono da questi vizi.
Stiamo anche valutando di agire sotto il piano del danno ambientale e della conseguente lesione del diritto di ciascun individuo a vivere in un ambiente salubre, diritto che la Corte di Cassazione con sentenza n.5172/1979 ha riconosciuto, in forza del degli articoli 2, 9 e 32, della Costituzione.
La Suprema Corte è poi tornata sull’argomento, rilevando che il danno all’ambiente costituisce “vulnus” al diritto che ciascun individuo vanta non solo collettivamente ma anche “uti singoli”.
Anche la Corte di Strasburgo ha seguito un percorso che ricalca quello delineato in Italia dalla Cassazione sopra citata, affermando che l’ambiente non è oggetto di immediata tutela, ma viene in considerazione indirettamente quale mezzo per assicurare il rispetto dei diritti inviolabili dell’individuo. In altre parole, la qualità del primo verrà migliorata e protetta in quanto funzionale al miglior godimento dei secondi.
Chiunque fosse interessato può scrivere a “Raccontaci il tuo caso”.
Articolo a cura del Dott. Paolo Palizzolo.
19/04/2017