Ci siamo quasi: tra un mese o poco più si svolgeranno le tre prove scritte per l’esame di avvocato e per l’occasione i futuri colleghi hanno già imbracciato codici e tomi di vario peso per esercitarsi in vista di questo importante appuntamento.
Evidenziatori, matite, riassunti, appunti e magari qualche atto sottratto allo studio: tutto può essere utile per potersi preparare e superare il temuto esame di abilitazione professionale.
Ancora una volta, così come ai tempi dell’Ateneo di giurisprudenza, nemici giurati ad un approccio sereno e consapevole sono le immancabili voci di corridoio: quelle indiscrezioni che, puntualmente, si gonfiano sino a diventare le più disparate e assurde leggende metropolitane.
Così a voi che vi state per cimentare in una delle prove più indimenticabili (nel bene e nel male) del vostro percorso formativo, abbiamo deciso di dedicare questo spazio per stimolare alcune riflessioni che forse il timore e la fretta non vi suggeriranno.
L’esame scritto d’avvocato presenta, infatti, insidie particolari. Risulta essere ben diverso dagli esami universitari ed, allo stesso tempo, è molto lontano da ciò cui abitua la pratica: si trova in un limbo in cui si chiede al candidato di riesumare le nozioni istituzionali dei manuali universitari ed allo stesso tempo di superare l’astrattezza della teoria con applicazione a tracce d’esame che, pur se tratte dalla giurisprudenza, non possono che essere stilizzate.
Ecco, quindi, alcuni consigli pratici.
Esercitarsi sul campo nella redazione dei pareri
L’esame è ormai alle porte e per molti il ripasso dei principali istituti del diritto dovrebbe essersi già completato, quindi adesso esercitatevi esclusivamente nella redazione di più pareri possibili, centrando magari argomenti in cui la giurisprudenza è intervenuta recentemente.
Infatti, di solito, la prova scritta contiene casi tratti dalle sentenze degli ultimi anni: concentrandovi su questo aspetto, quindi, potrete essere ragionevolmente sicuri di individuare l’argomento che troverete all’esame. Al fine di orientarsi nell’ampia produzione pretoria, vi suggerisco di focalizzare la vostra attenzione sui contrasti giurisprudenziali pendenti o risolti che trattano questioni inerenti i più importanti istituti codicistici.
La cosa migliore da fare è affinare la propria preparazione con la consultazione di un buon libro di pareri, dei codici commentati e del codice dei contrasti, ovviamente aggiornati.
Una volta acquisita infatti una piena padronanza di quello che è la formulazione e la stesura del parere si è in grado di affrontare, anche grazie al prezioso contributo dei codici, qualunque caso vi venga prospettato.
Esercitatevi a scrivere in maniera chiara e precisa.
Provate a scrivere più volte un parere allo scopo di esercitarvi soprattutto nell’uso della chiarezza espositiva. Anni e anni sui libri dell’università vi hanno portato a dimenticare la scrittura?
Bene, non scoraggiatevi. Sappiamo tutti come il percorso universitario non prepari, tranne rari casi, alla redazione di atti giuridici, ecco perché bisogna esercitarsi il più possibile.
Il ragionamento – per convincere e impressionare il commissario esaminatore – deve essere semplice e arrivare direttamente al punto.
Prima di iniziare a scrivere il parere, provate a fare uno schema di ragionamento su di un foglio di carta: fate disegni, aiutatevi con freccette, grafici, schemi. L’importante è seguire una linea logica di ragionamento che parta dall’inquadramento generale dell’istituto e, senza dilungarsi troppo, via via, arrivi gradatamente al punto centrale del problema.
Se il vostro discorso non è chiaro, questo potrebbe infatti divenire un assist per il commissario che vi esaminerà. Non vi aspettate che il commissario si prodighi troppo ad interpretare il vostro pensiero.
Ecco perché è sconveniente essere troppo prolissi, divagare sui concetti o peggio dare prova della vastissima preparazione di cui siete dotati. Non è questa la sede adatta. Le valutazioni della Commissione d’esame si concentreranno innanzitutto sulla capacità di costruire l’elaborato in modo lineare e coerente, ma anche sull’individuazione del problema giuridico e pratico e sulla relativa soluzione. Secondo quanto indicato nei criteri di valutazione posti in essere dal Ministero, si terrà conto delle conoscenze teoriche del candidato solo come ultimo aspetto.
Mai strafare
Mettere troppa carne al fuoco e prendere “la via della tangente” vi può solo danneggiare. Non contate le pagine che avete scritto. Non sarà certo la lunghezza del parere il metro della vostra bravura (al contrario potrebbe anche indispettire l’esaminatore).
La comprensione di un argomento da parte del suo autore si misura dalla brevità e dalla chiarezza. Solo chi è padrone di un tema riesce a sintetizzarlo senza nulla tralasciare, facendolo comprendere anche ai meno avvezzi.
Quindi, non affannatevi ad inserire dati che non c’entrano niente col tema solo al fine di allungare la trattazione. Concentratevi piuttosto nel centrare, sin dalle prime righe, l’argomento in modo da far carpire a chi vi esaminerà che siete stati in grado di individuare immediatamente la questione giuridica oggetto di parere.
Occhio alla grafia
Un aspetto che viene spesso tralasciato dai candidati è l’importanza di una grafia chiara e intellegibile senza doversi sforzare. Fate il massimo esercizio per rendervi leggibili esercitandovi il più possibile nella scrittura manuale. Non c’è cosa peggiore di dover leggere uno scritto lungo e con caratteri incomprensibili. Una buona grafia è anche indice di rispetto per chi vi deve valutare e spesso risulta preminente nel superare questo agognato esame.
La gestione del tempo
Anche durante le esercitazioni per la preparazione dell’esame da avvocato è bene tenere conto sempre del tempo che avrete effettivamente a disposizione durante la prova.
Il tempo concesso per la redazione del parere, sia esso in materia di diritto civile o in materia di diritto penale è di 7 ore complessive. La corretta gestione del tempo è fondamentale per la buona riuscita dell’esame ed è quindi importante cominciare a familiarizzare con questi ritmi quando proverete a scrivere i vostri pareri.
Non prestate fede alle voci di corridoio
Secondo alcuni studi, la paura diminuisce le capacità intellettive sino al 50%. Non prestate fede, quindi, alle storie di quei vostri colleghi che, benché veri e propri geni del diritto, sono stati bocciati dieci volte di seguito.
Rilassatevi sin dall’inizio, non cercate negli amici la soluzione prima ancora di aver letto la traccia.
Per oggi è tutto, la prossima settimana vi daremo i consigli per la redazione tecnica dei pareri. Quindi, seguirà un approfondimento pratico sul terzo giorno di esami scritti, quando dovrete cimentarvi con il temutissimo atto giuridico.
Buono studio a tutti!
Se avete richieste o segnalazioni, scriveteci a ““Raccontaci il tuo caso”.
(Rubrica a cura di Floriana Barbata).
19/04/2017