L’annullamento d’ufficio di un titolo edilizio, dichiarato illegittimo in un secondo momento, è possibile anche dopo molti anni, ma solo se è adeguatamente motivato. In altre parole, la revoca può avvenire se sopraggiunge un interesse pubblico ‘concreto e attuale’, tenuto comunque conto degli interessi dei privati coinvolti. A stabilirlo i giudici del Consiglio di Stato che aggiungono anche che tale annullamento diventa illegittimo se il Comune non ha fornito adeguate motivazioni e contemplato la possibilità di annullare soltanto parzialmente i titoli edilizi rilasciati, per garantire il minore sacrificio possibile al privato.
Per procedere con un annullamento d’ufficio dei titoli edilizi sè necessario che vi sia un’originaria illegittimità del provvedimento, o un sopraggiunto interesse pubblico concreto e attuale che preveda la rimozione del titolo (ad esempio una concessione edilizia), tenuto conto anche delle posizioni giuridiche soggettive dei destinatari.
L’interesse pubblico, infatti, prevale rispetto a quello dei privati, e l’Amministrazione è tenuta a tenerne conto, soprattutto se riguarda la tutela del territorio, ma non può esimersi dal motivare l’atto.
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18/10/2018