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Coronavirus: sicurezza sul lavoro e smart working

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L’emergenza coronavirus ha avuto un forte impatto anche sul lavoro, imponendo nuove regole e nuove modalità di lavoro in tutti i settori.  Sono tante le aziende che volontariamente hanno deciso di sospendere le attività che prevedevano assembramenti di dipendenti e proponendo lo smart working.  I datori di lavoro hanno  infatti l’obbligo in base all’articolo 2087 del codice civile, di adottare le misure necessarie per tutelare l’integrità fisica dei dipendenti, in quanto l’iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con la sicurezza delle persone. Ne abbiamo parlato con gli avvocati Francesco Leone e Simona Fell, soci fondatori dello studio Leone-Fell.

In base alle nuove ordinanze indette in questi giorni, cosa è cambiato per i lavoratori dipendenti di aziende pubbliche e private?

“Partendo dal presupposto che molti settori cruciali per la nostra economia non possono fermarsi, è necessario comunque garantire la sicurezza dei dipendenti e, con essa, quella di tutti i possibili consumatori. Pertanto, dove possibile è auspicabile attivare lo smart working, ovvero il lavoro da casa. Nel Decreto  della Presidenza del Consiglio del 23.2.2020  viene specificato che:  1. La modalità di lavoro agile disciplinata dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81, è applicabile in via  automatica ad ogni rapporto di lavoro subordinato nell’ambito di aree  considerate a rischio nelle situazioni di emergenza nazionale o  locale nel rispetto dei principi dettati dalle menzionate  disposizioni e anche in assenza degli accordi individuali ivi  previsti”.

Cosa si intende per smart working e chi può farlo?

“L’art. 18 della L. 81/2017 definisce il lavoro agile come la modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato allo scopo di incrementarne la produttività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. In pratica consiste in una prestazione di lavoro subordinato che può non essere eseguita all’interno dei locali aziendali e tramite l’utilizzo di strumenti tecnologici. Oggi, con l’emergenza coronavirus è diventato obbligatorio garantire la salute di tutti i cittadini, pertanto si è reso necessario studiare forme alternative di lavoro”.

Come si può garantire la salute nei luoghi di lavoro?

“Ci sono tutta una serie di regole da seguire, elencate anche nel DPCM dell’8 marzo 2020. In particolare, ad esempio, nelle pubbliche amministrazioni e nelle aree di accesso alle strutture sanitarie, nonché in tutte le aree aperte al pubblico, devono essere messi a disposizione di tutti soluzioni disinfettanti per le mani”.

Molti studi legali hanno deciso di chiudere…

“C’è chi ha deciso di chiudere. Noi abbiamo potuto scegliere una strada differente, grazie all’attenzione che abbiamo sempre rivolto alle nuove tecnologie. Il nostro studio è sempre stato smart, proprio perché è cerchiamo di offrire alla nostra clientela più possibilità di interazione con i nostri legali. Abbiamo una costante presenza sui social, oltre ad avere un portale all’interno del quale non solo è possibile reperire informazioni sulle nostre azioni, news legate all’attualità, ma abbiamo anche creato un’area riservata per i nostri clienti che possono così seguire in tempo reale il proprio procedimento”. Nonostante non fossimo obbligati, abbiamo scelto lo smart working per i nostri dipendenti e collaboratori, tutelando la loro salute e quella di tutti i nostri clienti. Senza però interrompere i nostri servizi, anzi rendendoli ancora più smart e più accessibili”.

Chiunque abbia problemi sul proprio posto di lavoro o desidera ricevere informazioni può contattare il nostro staff legale inviando una mail a [email protected]

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11/03/2020

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