Il Decreto PA 2025 modifica le graduatorie dei concorsi pubblici: nuove riserve, estensione termini e valorizzazione dell’esperienza. Scopri cosa cambia.!
Decreto PA 2025: cosa cambia per le graduatorie dei concorsi pubblici
È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge n. 69/2025, introducendo modifiche rilevanti per la disciplina dei concorsi pubblici. Il nuovo testo normativo incide in particolare sul sistema delle graduatorie e degli scorrimenti, suscitando già dubbi interpretativi e numerose richieste di chiarimento.
Le principali novità introdotte
Tra le modifiche più significative:
- Art. 4, comma 9-bis: cambia la disciplina dei titoli di riserva. Viene attribuita precedenza agli orfani di guerra e agli invalidi di guerra (e loro figli), superando l’ordine di priorità previsto dal DPR 487/1994.
- Art. 3, comma 1, lett. e-bis: le amministrazioni potranno riservare fino al 10% dei posti nei futuri concorsi a chi ha lavorato fino a 36 mesi a tempo determinato, in sostituzione di personale in aspettativa non retribuita.
- Art. 4, comma 9-undecies: si introduce la possibilità per le pubbliche amministrazioni di valorizzare l’esperienza lavorativa pregressa, anche svolta tramite collaborazioni o contratti a termine, purché della durata di almeno 36 mesi.
- Merito sportivo: viene incluso tra i titoli valutabili, se coerente con il profilo concorsuale e adeguatamente certificato.
- Durata delle graduatorie: resta invariata a livello locale e regionale, secondo l’art. 91 del D.Lgs. n. 267/2000, con validità triennale.
Criticità e dubbi interpretativi
Alcuni punti della legge risultano poco chiari e hanno portato diversi parlamentari a chiedere una circolare interpretativa o l’adozione di un decreto attuativo. Le maggiori incertezze riguardano:
- L’estensione temporale delle graduatorie: non è esplicitato se il prolungamento valga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, o se si applichi a tutte le graduatorie ancora valide al 15 marzo 2025, estendendole di ulteriori 12 mesi.
- Il peso effettivo dell’esperienza pregressa e del merito sportivo nei punteggi finali e nella posizione in graduatoria.
Tali ambiguità potrebbero generare disparità di trattamento tra candidati o esclusioni ingiustificate, con potenziali profili di illegittimità.
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29/05/2025
