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Esame avvocato, scritti rinviati: chiesto confronto con il Ministro

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L’Aipavv, l’Associazione italiana praticanti avvocati, ha chiesto un confronto con il Ministro della Giustizia ed il Consiglio nazionale forense, al fine di trovare una soluzione che dia una risposta concreta ai dubbi e alle paure di un’intera generazione di futuri professionisti.

“Il Governo ha tristemente annunciato il rinvio delle prove scritte dell’esame di abilitazione alla professione forense, previste per il 15, 16 e 17 dicembre 2020 – si legge nel testo della petizione online. Una notizia che travolge e sconforta la miriade di praticanti avvocati che, dopo un lungo e dispendioso percorso costato anni di sacrifici personali ed economici, si ritrovano a vivere un incubo.

Cinque anni di studi universitari, 18 mesi di praticantato obbligatorio (quasi mai retribuito) ed un esame che si svolge una sola volta all’anno che consta di tre prove scritte ed una prova orale. Un vero e proprio percorso ad ostacoli (unico in Europa) che, per quanto si voglia essere diligenti ed organizzati, tra correzioni degli scritti e prove orali, necessità di almeno 8/9 anni per essere concluso.

A tutto ciò si aggiunga che il conseguimento del titolo non costituisce affatto garanzia di un sicuro sbocco lavorativo ma che, anzi, getta il neo avvocato in un mercato ultra concorrenziale in cui farsi spazio è davvero difficile.

Lo slittamento sine die delle prove scritte, si tramuterà, gioco forza, in un prolungamento del praticantato di almeno un altro anno e risulta una vera e propria beffa difficile da mandare giù.

Accettiamo e comprendiamo benissimo l’impossibilità di sostenere tali prove alla luce dell’odierno contesto sanitario ed epidemiologico. Lo spostamento ed il conseguente assembramento di miglia di persone presso i plessi individuati per le prove d’esame (che devono necessariamente svolgersi in contemporanea su tutto il territorio nazionale), appare in tutta evidenza inopportuno.

Di difficile comprensione, invece, è la scelta di prevedere soluzioni diverse a problemi simili.
Medicina, Odontoiatria, Farmacia, Veterinaria, Psicologia, nonché geometri, agrotecnici, periti agrari, periti industriali, biologi, chimici fisici, tecnologi alimentari, ingegneri e commercialisti, sono professioni delicate, caratterizzate da un alto contenuto tecnico e dense di responsabilità. Eppure, per queste, sono stati previsti percorsi “semplificati” o soluzioni alternative per l’abilitazione professionale. Non possiamo accettare queste discriminazioni!

Per tal motivo, almeno per quanto riguarda i praticanti iscritti all’esame di avvocato 2020, chiediamo sia riconosciuta la pratica abilitante per la professione forense o, quantomeno, la possibilità che l’esame si svolga con l’espletamento della sola prova orale”.

Alla luce delle numerose richieste da parte di praticanti e associazioni di praticanti, il nostro Studio legale, da sempre al fianco della categoria, ha attivato una diffida per chiedere al Ministro Bonafede lo svolgimento della sola prova orale ai fini dell’abilitazione forense.



06/05/2024

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