L’esame di abilitazione forense è nel caos: troppi pochi giorni per organizzare le prove e molte Corti d’appello, non ultima quella di Catania, lamentano apertamente gravi problemi organizzativi, anche nella composizione delle commissioni.
Per non parlare della mancata pubblicazione delle linee guida, essenziali per la definizione delle prove, considerata la lacunosa normativa dettata dal decreto 31 del 2021 «recante misure urgenti in materia di svolgimento dell’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato durante l’emergenza epidemiologica da Covid».
Impossibile dunque preparare e rendere efficiente una macchina così complessa per il prossimo 20 maggio. La soluzione, come paventata da fonti vicine al Ministero della Giustizia, parrebbe essere quella di far slittare l’esame di abilitazione forense a settembre.
Un duro colpo per i tanti praticanti che si trovano ancora una volta a fare i conti con l’ennesima perdita di thttps://t.me/joinchat/GnGQI-bTEe8zNzY0empo. Un limbo in cui molti di loro sono bloccati da quasi due anni (cosa che per tutte le altre professioni non è accaduta!).
Come ben sappiamo, l’età media di un avvocato neoabilitato è la più alta d’Europa, se a questo si aggiungono anche i ritardi causati dall’incapacità di organizzare un esame abilitante su scala nazionale, si sta di fatto ledendo il loro diritto all’abilitazione, condannandoli a un ingresso sempre più tardivo e difficoltoso nel mondo del lavoro.
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22/04/2022