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Lavoro nero: quali tutele per i lavoratori irregolari?

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lavoro neroIn questi giorni è ritornato prepotentemente sulla scena, soprattutto nel meridione d’Italia, la questione del lavoro nero.

L’approvazione del D.L 18/2020 contenente le misure economiche di sostegno ad imprese, lavoratori e famiglie ha fatto emergere con tutta evidenza, il vuoto di tutele per una porzione rilevante di cittadini che prestando lavoro irregolare – c.d. in nero – non possono godere di alcuno dei benefici previsti dall’intervento del governo.

Il lavoro nero, contrariamente a quanto viene ritenuto, spesso non è una colpa e quasi mai una scelta del lavoratore che si trova costretto a subirlo, spinto dalla necessità di assicurare a sé ed ai propri congiunti i mezzi finanziari necessari ad assicurare la sopravvivenza.

Personalmente non conosciamo un lavoratore che, potendo scegliere, decida di rinunciare alle tutele previste per il lavoro regolare (contribuzione in vista della pensione; accesso alle prestazioni di sostegno in caso di perdita incolpevole del lavoro; provvidenze in favore della maternità e paternità; ferie e permessi retribuiti; TFR; tutela per infortuni e malattia, tutela contro i licenziamenti e gli abusi del datore etc. ) optando per un lavoro strutturalmente instabile e privo di qualsiasi garanzia.

Conosciamo, al contrario, tante (troppe) persone che il lavoro nero sono costrette a subirlo: proprio in questi giorni siamo stati letteralmente inondati di richieste di consulenza ed assistenza da parte delle fasce più deboli della popolazione, lasciate in questo momento prive di ogni sostegno.

Prendiamo atto dell’intenzione di alcuni autorevoli membri del Governo di assicurare una qualche forma di tutela anche a costoro e ci auguriamo che ciò avvenga al più presto.

Nel frattempo però dobbiamo dirvi che nel caso in cui prestiate (o abbiate prestato) nel corso degli ultimi 5 anni lavoro subordinato irregolare in assenza di contratto, è vostro diritto richiedere la costituzione del rapporto di lavoro in capo al datore, ottenendo la condanna di costui a:

  • Corrispondervi le differenze retributive tra quanto erogato dal datore e quanto invece a voi dovuto sulla base del Contratto collettivo applicabile al rapporto;
  • Regolarizzare la vostra posizione contributiva mediante condanna al versamento dei contributi previdenziali omessi nei precedenti 5 anni o alla costituzione, a determinate condizioni, di una rendita vitalizia;
  • Ottenere il Trattamento di fine rapporto maturato;

Il tutto, ovviamente, oltre ad interessi e rivalutazione.

Per una valutazione del tuo caso non esitare a contattarci inviando una mail a [email protected]. Il nostro staff è a tua completa disposizione per una prima consulenza gratuita.

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22/04/2024

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