Aveva ottenuto un abbassamento del giudizio delle note caratteristiche delle schede valutative e ritenendo tale valutazione ingiusta ha proposto ricorso. Il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello del Ministero, confermando la sentenza del Tar che aveva annullato le note caratteristiche recanti un giudizio più basso di quelle precedentemente riconosciute al militare nel corso della propria carriera.
In breve, la comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo aveva subito atti persecutori da un suo collega e aveva persino sporto denuncia da cui era scaturita una misura restrittiva con divieto di avvicinamento.
A seguito di tale conflitto interno, le valutazioni erano passate da “superiore alla media” a “nella media”, evidenziando un calo nella valutazione con riguardo a più voci e precisamente in relazione sia alle “Qualità fisiche, morali e di carattere”, sia alle “Qualità intellettuali e culturali”, sia alle “Qualità professionali”.
In prima battuta, il Tar ha giudicato fondate le motivazioni del ricorso e, accogliendolo, ha annullato le schede valutative in questione. In particolare, il Tar ha ritenuto che le critiche rivolte alla ricorrente fossero formulate in modo generico, senza un riferimento istruttorio preciso o un’indicazione, anche per mero rinvio, ad altri atti e provvedimenti, da cui poter desumere gli episodi specifici che avrebbero determinato un così netto deterioramento valutativo.
La sentenza ha osservato come “le difficoltà relazionali imputate alla ricorrente non potessero essere rinvenute nella vicenda del conflitto con il dipendente della Capitaneria di Porto in cui ella è stata vittima e parte offesa”.
Per quanto riguarda, poi, l’ultima scheda valutativa, ha sottolineato come “i documenti versati in atti dalla difesa erariale dimostrassero fino a che punto si erano deteriorati i rapporti tra la ricorrente e il Capo del Compartimento Marittimo e come tale deterioramento avesse verosimilmente influito sui giudizi ancora più negativi contenuti in detta scheda”.
Scrivono i giudici del Consiglio di Stato che è “palese dal tenore della corrispondenza intercorsa tra la valutata ed il superiore gerarchico, versata in atti, che i rapporti tra i due si erano ormai deteriorati al punto da sfociare in acredine personale, invano negata dalla difesa erariale; né i toni esacerbati del superiore si possono spiegare con l’esercizio delle sue funzioni.
Ed è arduo pensare che tale acredine non abbia inciso sulla compilazione delle schede valutative (…) da parte del superiore stesso, il che, però, – come rilevato dal Tar – ne inficia la legittimità”.
Per tale ragione anche il Consiglio di Stato conferma la decisione del Tar, rigettando l’appello e annullando definitivamente le schede con l’abbassamenta della valutazione delle note caratteristiche.
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20/04/2022
