Il Presidente della Repubblica ha di recente firmato il decreto contenente la riforma delle pensioni, ovvero la cosiddetta Quota 100. Non appena sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale bisognerà attendere al massimo 60 giorni per la conversione in legge.
Dal 1° aprile 2019, per poter andare in pensione anticipatamente con Quota 100 sarà necessario avere raggiunto i 62 anni d’età e aver versato 38 anni di contributi. Si tratta di una misura sperimentale che rimarrà, almeno per il momento, in vigore fino al 2021.
Sarà dunque possibile richiedere anche il cumulo dei contributi, se si è iscritti a due o più gestioni previdenziali, a patto che non si stia già percependo la pensione.
Se si sceglie questa opzione per uscire anticipatamente, però, non è possibile cumulare la pensione con altri redditi da lavoro. Sarà possibile usufruire di prestazioni occasionali, rispettando il limite dei 5mila euro lordi annui, fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia.
Sono previste diverse finestre di uscita, a seconda se si tratti di dipendenti pubblici o di lavoratori del settore privato. Per i primi è necessario attendere sei mesi dal momento della maturazione dei requisiti prima di ricevere il primo assegno pensionistico, per i secondi invece i mesi previsti sono tre.
Potranno dunque andare in pensione con Quota 100 tutti i lavoratori del settore privato che abbiano maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018. Se maturati invece al 1° gennaio 2019, allora avranno diritto alla decorrenza della pensione dopo tre mesi. Per quanto riguarda invece i dipendenti pubblici, se matureranno i requisiti al 1° aprile conseguiranno il diritto alla pensione dopo sei mesi.
Per le lavoratrici, sarà possibile scegliere l’Opzione Donna che prevede alcune finestre d’uscita: se dipendenti e con un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età di almeno 58 anni (59 nel caso di lavoratrici autonome) al 31 dicembre 2018, hanno diritto alla pensione anticipata con l’assegno calcolato interamente con il metodo contributivo. Per queste lavoratrici la finestra di uscita è la più lontana di tutti: 12 mesi per le dipendenti, 18 mesi per le autonome.
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