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Residenza virtuale, un indirizzo per i senza fissa dimora

Residenza virtualeResidenza virtuale: un indirizzo per i senza fissa dimora

Residenza: luogo in cui la persona ha la dimora abituale (art. 43, co. 2, c.c.).

Si tratta di un concetto a cui, forse, presta scarsa attenzione chi ha la fortuna di vivere stabilmente in un determinato luogo.

In fondo è naturale pensare che per beneficiare della gran parte dei diritti (civili e sociali) che lo Stato riconosce basti effettuare l’iscrizione all’anagrafe del Comune di residenza. Sì, è naturale pensarlo. O forse, più semplicemente, non ci si presta affatto attenzione: è scontato. Ma spesso, quando qualcosa ci sembra ovvia smettiamo di riflettere sul modo in cui l’abbiamo ottenuto e non contempliamo neppure l’idea di perderla.

Residenza virtuale, un indirizzo anagrafico convenzionale

Eppure la residenza si può perdere. Lo sanno bene i tanti senza fissa dimora che vivono nelle nostre città. La residenza, per loro, è la conferma della loro esistenza. E non avendone una effettiva, tuttavia, gliene viene assegnata una “virtuale”. Ogni Comune italiano, infatti deve individuare un indirizzo anagrafico convenzionale per i senza fissa dimora. Dal 2010 anche il Comune di Palermo si è dotato di un indirizzo fittizio – “via Ciro Lupo” – per assegnare la residenza ai senza tetto.

Residenza virtuale, l’importanza del concetto

Ma perché attribuire tanta importanza alla residenza? Semplice: perché, come accennato, l’iscrizione anagrafica assicura una serie di diritti fondamentali che vanno dall’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e alle scuole dell’obbligo, alla partecipazione ai bandi per l’assegnazione di case popolari, l’accesso all’assistenza sociale o, più semplicemente, l’ottenimento di carta di identità e patente di guida.

L’art. 2 comma 3 della legge anagrafica stabilisce che la persona senza fissa dimora si considera residente nel Comune in cui ha stabilito il domicilio. In mancanza di domicilio si considera residente nel Comune di nascita. Si richiede, dunque, un semplice legame sociale con il territorio.

L’attività di promozione delle iscrizioni anagrafiche si fonda sulla collaborazione tra il Servizio sociale, l’anagrafe e le Associazioni di volontariato. L’intento è quello di stabilire un contatto con i soggetti più deboli e di tentare attenuare la loro condizione di marginalità sociale.

Residenza virtuale, attenzione a come viene utilizzata

Ma attenzione: il domicilio fittizio si presta essere utilizzato da parte di imprese e società per sottrarsi ai creditori o agli obblighi fiscali e, per contrastare questi abusi, in alcuni casi i comuni si trovano costretti correre ai ripari. Il comune di  Roma, ad esempio, sta portando avanti un lavoro congiunto con la Camera di Commercio per cancellare le imprese con domicilio sospetto dai registri della CCIAA.

Articolo a cura dell’Avv. Claudia Chiapparrone

11/04/2022

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