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Tolc Med, tutte le info sul nuovo test di Medicina

Il nuovo test di Medicina si svolgerà il 28 maggio e il 30 luglio in una sola giornata per sessione e le domande saranno selezionate da una banca dati pubblica. Ecco tutte le informazioni relative al Decreto ministeriale

Tolc Med 2024, ecco come si svolgerà

Con il decreto ministeriale n. 472 del 23 febbraio 2024 sono state stabilite le modalità e i contenuti delle prove di ammissione ai corsi laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Medicina veterinaria per l’a.a. 2024/2025.

Per i corsi laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e chirurgia e Odontoiatria e protesi dentaria le prove di ammissione si svolgeranno:

  • martedì 28 maggio 2024
  • martedì 30 luglio 2024

Per il corso di laura magistrale a ciclo unico in Medicina Veterinaria le prove di ammissione si svolgeranno:

  • mercoledì 29 maggio 2024
  • mercoledì 31 luglio 2024

Sarà possibile iscriversi esclusivamente in modalità on line attraverso il portale Universitalya partire dal 3 aprile e fino al 17 aprile alle ore 15.00.

LA PROVA

Per ciascuna sessione di svolgimento delle prove di ammissione la somministrazione delle prove di ammissione è effettuata in presenza presso la sede scelta dal candidato e la prova è erogata in formato cartaceo.

Per ciascuna delle due date di svolgimento (maggio e luglio) la prova sarà unica e di contenuto identico per tutte le sedi in cui si effettua.

Le domande saranno selezionate da un database di 7.000 quesiti che sarà pubblicato sul seguente sito internet: https://accessoprogrammato.mur.gov.it/2024/ e che gli studenti potranno utilizzare per prepararsi, ma solo 20 giorni prima di ciascun esame (3.500 quesiti saranno utilizzati per la prima sessione e 3.500 per la seconda).

A differenza dello scorso anno, dunque, il test si svolgerà in una sola giornata e sarà uguale per tutti. Gli studenti avranno 100 minuti per rispondere a 60 quesiti che saranno così ripartiti:

  • 4 domande di competenze di lettura e conoscenze acquisite negli studi,
  • 5 di Ragionamento logico e problemi,
  • 23 di Biologia,
  • 15 di Chimica,
  • 13 di Fisica e Matematica.

Il test di Medicina Veterinaria sarà composto da:

  • 4 quesiti di competenze di lettura e conoscenze acquisite negli studi,
  • 5 quesiti di ragionamento logico e problemi,
  • 19 quesiti di biologia,
  • 19 quesiti di chimica,
  • 13 quesiti di fisica e matematica.

Per la valutazione delle prove sono attribuiti al massimo 90 punti tenendo conto dei seguenti criteri:

  • 1,5 punti per ogni risposta esatta;
  • 0,4 punti per ogni risposta errata;
  • 0 punti per ogni risposta omessa.

Non potranno più partecipare gli studenti del quarto anno di liceo, ma solo chi è in possesso di un diploma rilasciato da un’istituto di istruzione secondaria di secondo grado.

DOMANDA DI INSERIMENTO IN GRADUATORIA

I candidati che hanno svolto la prova di ammissione dovranno presentare l’istanza di inserimento nella graduatoria di merito esclusivamente on line attraverso il portale gestito dal CINECA e si potrà utilizzare il miglior punteggio ottenuto a seguito della partecipazione alle prova di ammissione previste per ciascuna sessione.

La domanda sarà attiva dal giorno 29 luglio e si chiuderà il giorno 2 settembre ore 15.00.

All’atto della presentazione della domanda di inserimento nella graduatoria di merito il candidato deve:

  • dichiarare di essere in possesso dei requisiti di cui all’art. 4, comma 1 o comma 2, del decreto;
  • verificare il punteggio proposto dal sistema come miglior punteggio ottenuto nelle prove di ammissione;
  • indicare, in ordine di preferenza, le sedi per cui intende concorrere.

Tali preferenze sono irrevocabili e non integrabili dopo le ore 15:00 del 2 settembre 2024.

La graduatoria nominativa verrà pubblicata nell’area riservata dei candidati sul portale Universitaly il 10 settembre 2024.

Il parere della Commissione istruzione del Senato

La VII Commissione Istruzione del Senato della Repubblica ha espresso il proprio parere in merito alle proposte di modifica della Legge 2 agosto 1999 n. 264 in materia di accesso ai corsi di laurea magistrale in Medicina e chirurgia. Riportiamo di seguito i punti più salienti del testo.

Con la legge 2 agosto 1999, n. 264, recante le norme in materia di accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico, sono state introdotte le c.d. facoltà ad accesso programmato tra cui rientrano quelle di Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, Medicina Veterinaria e i corsi di laurea in professioni sanitarie.

In particolare l’art.1, comma 1, lett. a) prevede che gli accessi ai corsi universitari sono programmati: “in conformità alla normativa comunitaria vigente e alle raccomandazioni dell’Unione europea che determinano standard formativa tale da richiedere il possesso di specifici requisiti”.

Considerata l’ingente richiesta di professionisti nel settore sanitario cui si assiste negli ultimi anni tali disposizioni risultano essere ormai anacronistiche. Peraltro, da un’attenta analisi della normativa europea intervenuta in materia, non vi è traccia di una imposizione del numero chiuso.

 

Un test anacronistico

Negli ultimi anni, il sistema dei test d’ingresso si è rilevato, dunque, un sistema anacronistico, rigido e difettoso, che ha mostrato sempre di più la sua incapacità a selezionare con equità gli studenti più meritevoli.

I dati oggettivi sul test ci dimostrano, inequivocabilmente, che esso non è in grado di selezionare realmente i candidati migliori.

In secondo luogo, la difficoltà sempre maggiore delle domande oggetto del test d’ingresso ha incentivato le iscrizioni ai corsi privati di preparazione, determinando un ingiusto divario tra i candidati in relazione alle differenti possibilità economiche.

Carenza medici ed errato calcolo del fabbisogno

Un altro aspetto preoccupante dell’attuale sistema di selezione risiede nell’incapacità di contrastare la forte carenza dei medici che, com’è noto, costituisce una delle principali criticità che investe il Servizio Sanitario Nazionale del nostro Paese.

Negli ultimi anni si è costantemente registrata l’assenza di un’effettiva istruttoria diretta a quantificare il reale potenziale formativo che può essere messo a disposizione dalle Università, in palese difformità di quanto stabilito dalla normativa sopra richiamata.

Il numero dei posti che annualmente vengono banditi dal Ministero nell’ambito della programmazione degli accessi ai corsi di laurea di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria si  è rivelato frutto di un’istruttoria carente e approssimativa, in conflitto con i criteri dettati dall’art. 3 della L. 2 agosto 1999, n. 264.

E invero, l’art. 3, comma 1, (lett a), della L. n. 264/1999, prevede espressamente che il M.U.R. è tenuto a decretare annualmente il numero dei posti a livello nazionale per l’accesso ai detti corsi «sulla base della valutazione dell’offerta potenziale del sistema universitario, tenendo anche conto del fabbisogno di professionalità del sistema sociale e produttivo».

Tali posti sono, poi, ripartiti tra le università «tenendo conto dell’offerta potenziale comunicata da ciascun ateneo e dell’esigenza di equilibrata attivazione dell’offerta formativa sul territorio» (lett. b).

 

L’errato calcolo del contingente formativo è confermato anche dal fatto che annualmente il numero di borse finanziate dal Ministero della Salute per l’accesso alle Scuole di Specializzazione medica risulta essere nettamente superiore rispetto al numero dei partecipanti, tanto che si assiste dall’ultimo triennio al fenomeno delle “borse vacanti”, proprio perché mai usufruite da nessuno.

 

Il parere dell’Istat

A sostegno delle superiori osservazioni, in seguito alle audizioni richieste dalla VII Commissione del Senato della Repubblica, l’Istituto nazionale di statica (ISTAT) ha sostenuto che nei prossimi anni il Servizio Sanitario Nazionale dovrà fronteggiare non solo una crescente domanda di assistenza dovuta al progressivo invecchiamento della popolazione ma soprattutto una diminuzione consistente del personale medico sanitario, soprattutto dei medici specialisti.

In particolar modo l’ISTAT ha evidenziato (come dimostriamo nel nostro carosello) che negli anni precedenti la pandemia, la dotazione di medici specialisti dipendenti del SSN è leggermente diminuita in valore assoluto, passando da circa 105 mila unità nel 2012 a circa 102 mila nel 201912. L’ultimo dato disponibile, relativo al 2021, è simile a quello osservato nel 2019 con 102.376 medici dipendenti. Nonostante i recenti interventi normativi straordinari volti a rafforzare il personale medico sanitario, il tasso rispetto alla popolazione è ancora inferiore a quello registrato dieci anni prima (175,7 nel 2012) e di poco superiore a quello del 2019 (169,7). Rispetto al totale dei medici specialisti in attività nel sistema sanitario pubblico e privato, i medici specialisti dipendenti del SSN rappresentano una quota decrescente nel tempo: erano il 62,6% nel 2012, il 56,2% nel 2019 e il 54,8% nel 2021. Le cessazioni dal servizio dei medici del SSN risultano in aumento nel tempo: erano 6.731 nel 2012, 9.232 nel 2019, 10.596 nel 2021. Tra i motivi della cessazione, nel 2021, il 20,9% è dovuto a collocamento a riposo per limiti di età e il 31,5% a dimissioni con diritto alla pensione, il 17,1% al passaggio ad altre amministrazioni pubbliche, vincita di concorsi o risoluzione del rapporto di lavoro, mentre il restante 30,5% ad altre cause, tra cui le dimissioni volontarie (che possono evidenziare la scelta di esercitare la propria professione nel settore privato o all’estero)”.

Le conclusioni della Commissione

Solo attraverso l’abolizione del numero chiuso per l’accesso ai corsi di laurea di medicina e odontoiatria si risolverebbe il problema della carenza dei medici specialisti.

Ci troviamo, dunque, dinanzi alla necessità di determinare un sistema che possa premiare i candidati più capaci e meritevoli e che allo stesso tempo non penalizzare coloro i quali non riescano a superare i test. Più nello specifico,  in un contesto in cui la spesa pubblica viene stabilita in base agli effettivi obiettivi e visioni politiche, si rende necessario riscrivere le regole per l’accesso alla facoltà di medicina, costruendo un sistema basato sul principio in base al quale tutti i ragazzi debbano avere diritto di confrontarsi alla pari e di essere giudicati sul reale merito, sulla base di strumenti che consentano in modo efficace di adottare modalità di selezione tali da far emergere le reali capacità degli studenti.

Inoltre, tra le criticità del test previsto per il 2024 bisogna senza dubbio segnalare che la selezione non sarebbe più meritocratica ma esclusivamente mnemonica. A superare la prova infatti non sarà chi “conosce di più”, e quindi prova la sua attitudine allo studio delle materie mediche, ma esclusivamente chi avrà la capacità di memorizzare in 20 giorni un numero ampio di domande.
Per non tacere sul fatto che nel 2024, in assenza di metal detector, il file con la banca dati potrà essere portato dentro le aule attraverso vari strumenti come smartwatch, smartphone o consultato da remoto attraverso dei microauricolari (come per altro avvenuto un paio di anni fa e denunciato in una inchiesta fatta con le iene)

E’ necessario procedere, dunque, ad una riforma complessiva del sistema di accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia che concorra a sostenere il SSN attraverso una programmazione adeguata al fabbisogno professionale, garantendo in tal modo meccanismi di accesso trasparenti e legati ad una valutazione meritocratica degli studenti.

L’intento è, dunque, volto al superamento di un modello di regolamentazione degli accessi che si è dimostrato fallimentare e che ha prodotto non poche deformazioni sia del diritto d’accesso ai più alti gradi dell’istruzione e nell’ambito, quanto più generale, del mondo del lavoro.

 

È evidente dunque che il sistema attuale di accesso ai corso di Laurea in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria non assicura trasparenza e imparzialità né il diritto allo studio, creando una frattura evidente tra chi ha la possibilità economica e chi invece non ha i mezzi per sostenere i costi dei corsi di preparazione e gli eventuali ricorsi al Tar.

Un giro di affari inammissibile quando si parla del futuro delle giovani generazioni a cui andrebbero assicurate parità di diritti e di opportunità in un Paese democratico.

Al fine di fronteggiare la suddetta criticità le Regioni si sono trovate costrette ad assumere temporaneamente operatori in possesso di titoli sanitari conseguiti all’estero. Tale opzione, vista l’enorme carenza di personale medico risulta non rinunciabile, comportando, di conseguenza, non solo un notevole aggravio sulla spesa pubblica ma  soprattutto privando migliaia di aspiranti medici del loro diritto allo studio.

 

Nei Disegni di Legge attualmente all’esame della Commissione Istruzione del Senato un ostacolo che si frappone all’abolizione del numero chiuso risiede nella paventata impossibilità di accogliere un maggiore numero di studenti per mancanza di infrastrutture adeguate, in assenza delle quali, secondo quanto sostenuto dalle autorità interpellate, tale incremento potrebbe compromettere la qualità della formazione.

Tuttavia, per ovviare a tale obiezione, è sufficiente fare riferimento agli investimenti che porterebbero ad un accrescimento degli Atenei, sia in termini di risorse che logistiche garantendo in tal modo il diritto allo studio, mirando a costruire reti di investimento, ricerca e sviluppo sul territorio. In particolare, la Missione 6 Salute del PNRR ha previsto un forte investimento per rafforzare le prestazioni erogate sul territorio, con il potenziamento e la creazione di strutture e presidi territoriale, una più efficace integrazione dei servizi socio-sanitari, rinnovare e ammodernare le strutture tecnologiche e digitali garantendo una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei LEA con più efficaci sistemi informativi, anche mediante il potenziamento della formazione del personale.

L’obiettivo degli interventi previsti dal PNRR  è, anzitutto, quello di innalzare il potenziale di crescita del sistema economico, favorendo la transizione verso un modello di sviluppo fondato sulla conoscenza.

 

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26/02/2024

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