La vittoria al Consiglio di Stato potrebbe non essere definitiva e potrebbe essere ribaltata in fase di discussione del merito. Il concorso DS annullato dal Tar del Lazio con un’ordinanza che nei giorni successivi è stata sospesa dal CdS su ricorso del Miur, sarebbe viziato da più di un’illegittimità.
Il Tar aveva ritenuto fondato solo uno degli undici motivi di ricorso, cioè la pretesa incompatibilità a vario titolo di alcuni commissari, con una decisione che aveva creato effetti negativi a cascata sulla validità di tutti gli elaborati.
Ora che il Consiglio di Stato ha fatto esplicitamente prevalere con la propria sospensiva l’interesse pubblico a portare a termine la procedura concorsuale per garantire alle migliaia di scuole prive di dirigente titolare di averne uno entro settembre.
Ma una sospensiva, fondata sulle sole ragioni di interesse pubblico, non può destituire di fondamento le doglianze espresse nel merito dei ricorsi. Tra le irregolarità denunciate c’è infatti anche la violazione dell’anonimato.
Nella procedura amministrativa non è necessaria la prova dell’avvenuta violazione dell’anonimato, è sufficiente che potenzialmente possa essere violato. E in una procedura informatica l’anonimato non è garantito. È probabile, a questo punto, che il Consiglio di Stato valuti anche questo nel merito e decida di conseguenza.
La situazione resta dunque incerta e quindi è opportuno presentare ricorso al Pdr, perché permane il rischio che il CdS limiti l’efficacia della sentenza ai soli ricorrenti.
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26/04/2022