Non è andata come previsto l’internalizzazione del servizio di pulizia per i 16mila operatori assunti da cooperative. In 4mila sono rimasti a casa. Senza contratto, senza lavoro e senza stipendio. Non c’è stato dunque il completo assorbimento della forza lavoro utilizzata fino a questo momento. Ma non è tutto: orario ridotto e non a tempo pieno per i 12mila operatori assunti direttamente. Secondo quanto denunciato dai sindacati, si tratta di un taglio del monte ore del 50%.
“Lavoratori a casa, imprese in difficoltà e scuole con meno servizi di sanificazione proprio mentre l’emergenza Coronavirus richiede servizi supplementari professionali e maggiore personale. Con una sola mossa il governo le sbaglia tutte – dichiarano Confcooperative, Legacoop e Agci”. Nonostante i sindacati abbiano proposto diverse soluzioni alternative per arginare i danni, dal Ministero non sembra esserci stato alcun cenno di apertura.
Il nostro Studio legale, da sempre al fianco dei lavoratori della scuola, ha attivato un ricorso per impugnare la mancata estensione della procedura selettiva anche ai collaboratori scolastici precari della scuola statale e richiedere l’inserimento nelle graduatorie di tutti gli esclusi dal processo di internalizzazione.
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03/03/2020