“I rider sono privati anche di tutele reddituali: scontano la paradossale situazione di non avere accesso né alle tutele che spettano i lavoratori subordinati (anche se di fatto lo sono), né alle misure di sostegno recentemente approvate per gli autonomi”. A siglare l’appello un gruppo di riders torinesi che hanno scritto direttamente al presidente del consiglio Giuseppe Conte e al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.
“Le misure straordinarie prese dal Consiglio dei Ministri indirizzate al contenimento della diffusione del Covid-19 su tutto il territorio italiano includono la chiusura delle attività non essenziali. Nonostante ciò – si legge nell’appello – a quanto pare non si è ritenuto opportuno fermare l’attività dei fattorini di pasti a domicilio, i così detti “rider” Questi lavoratori sono particolarmente esposti al contagio e possono diventare vettori nella diffusione del virus”.
Secondo il nostro Studio legale, i “riders” sono lavoratori a tutti gli effetti e come tali ad essi va applicata la disciplina del rapporto di lavoro subordinato. Per tale ragione abbiamo attivato un’azione legale affinché i riders, categoria sino a oggi priva di effettive tutele, possano vedersi riconosciute le medesime prerogative dei Colleghi “impiegati” ai quali, la contrattazione collettiva di settore, garantisce standard lavorativi sicuramente maggiori.
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“Riders, diritti e tutele“
15/04/2020