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Nuovo bando per 1650 poliziotti, che fine faranno adesso i 455 idonei?

È stato pubblicato oggi in Gazzetta ufficiale un nuovo bando per il reclutamento di 1650 allievi agenti di Polizia. La notizia, per quanto ampiamente annunciata dai sindacati e dal dipartimento di polizia, risulta surreale e rischia di trasformarsi in un mero annuncio privo di effetti concreti.

Come sa bene il ministero degli Interni, infatti, prima di bandire nuovi posti di lavoro sarà necessario concludere il contenzioso aperto con i 455 idonei e gli oltre 1200 ricorrenti in attesa di scorrimento del precedente concorso (bandito nel 2017 e poi riaperto nel 2018 dall’allora ministro degli interni Salvini).

La battaglia legale, come ampiamente raccontato in questi mesi, verte sull’applicazione retroattiva dei nuovi limiti d’età ai candidati inseriti nelle graduatorie endoprocedimentali del vecchio concorso. Il contenzioso che ne è scaturito, e che ha visto riconoscere numerose pronunce positive da parte di Tar e Consiglio di Stato in favore dei ricorrenti, già oggi dovrebbe sconsigliare all’amministrazione fughe in avanti e accelerazioni sulla nuova procedura selettiva.

E infatti, come già chiarito lo scorso 22 gennaio in sede di conciliazione con il vice ministro agli interni Vito Crimi, l’amministrazione attualmente ha l’obbligo giuridico di avviare alle scuole di formazione tutti i ricorrenti in possesso di un provvedimento cautelare positivo del Tar e, nel giro di un paio di mesi, potrebbe essere costretto dalla Corte Costituzionale a procedere all’assunzione di circa, si stima, 1000 ricorrenti delle precedenti procedure selettive.

A che serve quindi pubblicare un nuovo bando che rischia di restare lettera morta?

Di certo non ai ricorrenti della vecchia procedura selettiva…

Il bando prevede i nuovi requisiti d’accesso, ovvero 26 anni e il diploma di scuola superiore. Quindi, nessuno degli idonei potrà parteciparvi.

A questo punto che fine faranno i 455 idonei? In tanti, questa mattina, ci hanno posto la stessa domanda, e a tutti abbiamo risposto che il nostro staff legale è già al lavoro per valutare la predisposizione di un’azione legale che tuteli i nostri ricorrenti da un bando che sembra voler dare un definitivo colpo di spugna al passato. Come siamo stati al fianco dei nostri ricorrenti in questi anni, lo saremo ancora di più adesso, perché la giustizia è quella che si ottiene dentro e fuori le aule dei tribunali.

Leggi anche: Aspiranti allievi agenti, la protesta: “Noi in piazza al fianco dei nostri ricorrenti”

A nostro avviso, il ministero degli Interni non avrebbe dovuto pubblicare il nuovo bando anche per un altro motivo: una nuova procedura selettiva comporterà di certo una spesa ingente. Ben vengano i concorsi, sia chiaro, ma con lo scorrimento della graduatoria esistente si risparmierebbero milioni di euro che potrebbero essere investiti per altro, anche per nuove dotazioni al corpo di Polizia.

Proprio perché crediamo che la pubblicazione del nuovo bando sia l’ennesima ingiustizia nei confronti dei 455 idonei, il nostro Studio legale farà tutto il possibile per restituire ai nostri giovani la fiducia nelle istituzioni. Noi non molliamo!

 

31/01/2020

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