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Concorsi pubblici, il colloquio a porte chiuse è illegittimo

colloquio a porte chiuseIl colloquio, o prova orale, di una selezione pubblica deve svolgersi a porte aperte, per garantire trasparenza e imparzialità. Lo stabilisce una sentenza del Tar Lombardia che accolto il ricorso di una candidata, esclusa dalla graduatoria finale, dopo aver svolto un colloquio a porte chiuse, e ha disposto la ripetizione della prova alla presenza di una nuova commissione esaminatrice.

La ricorrente, medico chirurgo specializzato in Cardiologia, aveva partecipato al concorso pubblico per titoli e colloquio, indetto dall’ASST di Monza “per n. 1 posto di Dirigente Medico, a rapporto esclusivo, area medica e delle specialità mediche, disciplina di Cardiologia”.

Il colloquio, volto alla valutazione “delle competenze professionali possedute in relazione al posto da ricoprire, comprese tecniche specifiche e/o dimostrazione di conoscenze di tecniche relative all’attività da svolgere” si è svolo alla sola presenza dei commissari e del singolo candidato interrogato, in quanto, a dire della Commissione, le domande sarebbero state le stesse per tutti i candidati e, per tale ragione, doveva svolgersi a “porte chiuse”.

Il verbale riporta infatti che: “La Commissione decide di porre ad ogni candidato le stesse domande, perciò, una volta identificati, i candidati vengono invitati ad uscire dall’aula, affinché il colloquio venga sostenuto a porte chiuse”.

Per i giudici amministrativi, l’espletamento a porte chiuse della prova si pone in aperto in contrasto con la regola generale della pubblicità della prova orale e, quindi, con i principi di trasparenza e imparzialità.

La giurisprudenza ha più volte affermato che “affinché un’aula o sala sia aperta al pubblico occorre che durante le prove orali del concorso sia assicurato il libero ingresso al locale ove esse si tengono a chiunque voglia assistervi, e quindi anche ai candidati che abbiano già sostenuto il colloquio o che non vi siano stati ancora sottoposti, atteso che ogni candidato è titolare di un interesse qualificato a presenziare alle prove degli altri, onde verificare di persona il corretto operare della Commissione esaminatrice”.

Nel caso specifico, la “speciale” modalità ideata dalla Commissione per lo svolgimento delle prove orali di sottoporre ai candidati le stesse domande ha indubbiamente violato le basilari regole di trasparenza, imparzialità e buon andamento, ledendo le posizioni dei concorrenti. Il Tar ha accolto il ricorso e disposto la ripetizione del colloquio, davanti a una commissione differente per garantire il pieno rispetto della regola della pubblicità della prova.

Pertanto, chiunque partecipi a un concorso pubblico, e sia obbligato a sostenere la prova orale a porte chiuse può rivolgersi al nostro Studio legale per ottenere la dovuta tutela.

Per informazioni invia una mail all’indirizzo info@leonefell.com o compila il nostro form “Raccontaci il tuo caso”.

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06/12/2019

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