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Le modalità di selezione non hanno garantito l’anonimato dei candidati, con conseguente potenziale lesione dei principi di trasparenza ed imparzialità del principio della par condicio.
In pratica, sono state consegnate ai candidati 3 etichette recanti 3 codici a barre identici, da apporre sia sulla scheda anagrafica che sui moduli risposta. Le etichette riportavano anche un numero, diverso per ciascun candidato e, come tale, idoneo a rivelarne l’identità.
Inoltre, al termine della prova, ciascun candidato ha consegnato il proprio modulo risposta senza inserirlo in busta chiusa.
La commissione, tra l’altro, ha gravemente omesso di verbalizzare il procedimento sopra riportato, non facendo menzione nel verbale della presenza delle etichette personali.
Oltre al questionario contenete le domande sulle materie del concorso, la Commissione ha deciso di accertare le conoscenze di informatica e inglese. A tal fine ha somministrato 2 domande informatica e 2 di inglese.
Per superare la prova è stato necessario rispondere a 3 quesiti su 4, e cioè una soglia maggiore rispetto a 21/30 (soglia stabilita per le materie).
Diversi articoli di stampa hanno sollevato un polverone sull’identità dei candidati che sono poi risultati vincitori.
Come riportato a Striscia la notizia “Gli stessi candidati hanno segnalato una anomalia rispetto ai nomi. Su cinque posti disponibili, quattro sono riconducibili a persone, parenti o affini di personaggi che gravitano nella politica locale soprattutto dei partiti di riferimento che governano la provincia di Foggia“.