“Le nuove 150 ore minime di alternanza scuola-lavoro nel triennio finale degli istituti tecnici rappresentano, per i ragazzi, poco più di una settimana in impresa l’anno; in pratica, stiamo parlando di una visita aziendale; un lasso temporale insufficiente ad acquisire quelle competenze trasversali, dal problem solving alle relazioni interpersonali, all’adattabilità/flessibilità organizzativa, sempre più richieste oggi nel mondo del lavoro”.
A lanciare un grido di allarme è Sabrina De Santis, direttrice del settore Education di Federmeccanica, che nel 2016 ha lanciato il più vasto programma triennale di scuola-lavoro (400 ore “on the job”) nel settore meccanico, Traineeship (nel primo anno ha coinvolto 5mila alunni, 50 istituti tecnici e 949 imprese).
Ad essere penalizzati dal punto di vista della futura occupabilità – come riporta il Sole 24 Ore – saranno gli studenti degli istituti tecnici e soprattutto quelli dei professionali, con questi ultimi che già soffrono la “concorrenza” dei corsi regionali di istruzione e formazione professionale, dove i moduli in alternanza raggiungono il 50% delle ore complessive di formazione.
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