Dopo la pubblicazione degli esiti della prima prova, ovvero la prova oggettiva tecnico-professionale del concorso per 900 posti dell’Agenzia dell’Entrate, molti candidati hanno contattato il nostro Studio legale per contestare l’illegittima doppia soglia di idoneità applicata, che penalizza fortemente chi ha raggiunto il punteggio di 21/30 nella prova ma che, nonostante ciò, si ritrova escluso dal concorso.
Il concorso all’Agenzia dell’entrate, prova oggettiva tecnico-professionale
Si legge da bando che “sono ammessi alla prova orale i candidati che riportano il punteggio di almeno
21/30 e rientrano in graduatoria nel limite massimo dei posti messi a concorso, aumentati fino al 30%. L’eventuale frazione decimale è arrotondata all’intero per eccesso. I candidati che si collocano a parità di punteggio nell’ultimo posto utile in graduatoria sono comunque ammessi alla prova orale”.
In altre parole, è prevista una doppia soglia di idoneità: non basta aver ottenuto 21/30 per essere ammessi, ma bisogna superare un ulteriore sbarramento dettato dal numero dei candidati ammessi. Si tratta di un’illegittimità che abbiamo già contestato e per cui i giudici ci hanno già dato ragione, proprio per i precedenti concorsi all’Agenzia dell’entrate.
La normativa di settore per i concorsi pubblici e in particolare con l’art. 7 del d.P.R. 487/1994, fissa la soglia minima di idoneità a 21/30 per tutte le prove dei concorsi, soglia quest’ultima che di fatto non viene rispettata dall’Amministrazione, poiché rialzata nel momento in cui si fissa un numero di ammessi alle successive prove di concorso.
Se anche tu sei stato escluso, pur avendo ottenuto un punteggio pari od oltre la soglia minima prevista dalla legge (21/30), puoi proporre ricorso al Tar per ottenere l’eliminazione di tale soglia e dunque accedere alle successive prove orali.
21/07/2023
