Il concorso in Magistratura ancora nell’occhio del ciclone. L’accesso agli atti ha evidenziato che anche i compiti degli idonei presentano errori macroscopici ed evidenti lacune. Poiché tutti coloro che non hanno superato la prova non hanno ottenuto alcun giudizio esplicativo a corredo dell’esclusione, il nostro ricorso solleverà la questione del difetto di motivazione.
In cosa consiste?
Come ormai in quasi tutti i concorsi, le commissioni esprimono un giudizio numerico per esprimere la valutazione della prova del candidato. Al concorso per 310 magistrati, la commissione è andata anche oltre: la maggior parte dei partecipanti (ben il 95% dei partecipanti, a fronte di un misero 5% di promossi) ha ottenuto una semplice inidoneità e nessun giudizio esplicativo a sostegno dell’esclusione. In questo modo, nessuno dei candidati bocciati ha potuto capire le reali motivazioni alla base della bocciatura.
Tutto ciò è risultato particolarmente lesivo, anche perché l’accesso agli atti ha mostrato compiti lacunosi e con evidenti segni di riconoscimenti anche tra gli idonei. In altre parole, il difetto di motivazione si è tramutato anche in un insanabile difetto di trasparenza dell’operato amminsitrativo.
Cosa fare adesso?
Poiché la mancata esternazione del giudizio in termini quantomeno numerici viola le garanzie previste dalla nostra carta costituzionale nonché i principi ribaditi anche in sede europea in tema di buona andamento dell’azione amministrativa (art 41 carta di Nizza) proporremo ricorso e chiederemo la ricorrezione degli elaborati dei ricorrenti.
Per maggiori informazioni sul nostro ricorso, clicca su INIZIA e compila il form. Un nostro specialista ti ricontatterà!
07/07/2022
