La decadenza dagli studi equivale alla perdita dello status di studente e di tutti i requisiti per rimanere iscritti all'ateneo. Ma non sempre è legittima. Scopri quando è possibile contestarla
Decadenza, quando si perde lo status di studente universitario
La decadenza dagli studi universitari è prevista dal nostro ordinamento universitario ed è regolamentata dall’ Art.34 pubblicato in Gazzetta Ufficiale e denominato: Interruzione, sospensione, rinuncia agli studi e decadenza della qualità di studente e studenti fuori corso.
Si legge nell’articolo: “E’ considerato fuori corso lo studente iscritto a un corso di studio per un numero di anni superiore alla durata normale dello Stesso. Lo studente fuori corso decade dallo status di studente iscritto ad un corso di studi qualora non abbia superato alcun esame previsto dall’Ordinamento per quattro anni accademici consecutivi. Coloro che incorrono nella decadenza perdono definitivamente l’iscrizione all’università, con annullamento della carriera universitaria percorsa e l’impossibilità di ottenere passaggi o trasferimenti, ma con la possibilità di ottenere il rilascio di certificati relativi alla carriera svolta, con specifica annotazione di decadenza”.
La decisione del Tar
Il Tar della Campania, uniformandosi a un precedente orientamento giurisprudenziale, ha accolto il ricorso proposto da una studentessa contro l’Università degli Studi di Napoli per ottenere l’annullamento del provvedimento universitario di decadenza adottato dall’Ateneo.
In particolare, la ricorrente contestava il provvedimento dell’Ateneo perchè era stato adottato dopo soli quattro anni senza aver sostenuto esami e non per un periodo pari al doppio della durata legale del corso di studi. L’ateneo, infatti, aveva tenuto conto del Regolamento Didattico di Ateneo che prevedeva la decadenza dopo quattro anni senza esami.
Il Tar ha stabilito che la disposizione normativa vigente, che fissa il termine in otto anni, non può essere derogata da una normativa specifica dell’Ente. I regolamenti universitari presentano di fatto una valenza sub – primaria, in quanto il diritto per le istituzioni universitarie sussiste unicamente nel rispetto dei limiti stabiliti dalle leggi statali. Specificano i giudici del Tar che , ai sensi dell’art. 6 legge n. 168 del 1989, l’autonomia universitaria si esplica e trova attuazione nei limiti indicati dalla legge ed in quegli ambiti che non siano coperti da riserva di legge.
La decisione del Consiglio di Stato
Anche il Consiglio di Stato tornato sulla questione della decadenza dallo status di studente, ha annullato la sentenza di primo grado che aveva respinto il ricorso avverso il provvedimento di decadenza presentato da uno studente che aveva impegnato il tempo in studi specifici e pubblicazioni.
In particolare, il CdS ha accolto la tesi del ricorrente, che lamentava di non avere potuto rappresentare, a causa del mancato contraddittorio procedimentale, la sua situazione particolare caratterizzata dal fatto di avere perso di vista il corso di studi in ragione di un approfondimento extra-universitario delle discipline oggetto degli esami mancanti, sfociato poi nella realizzazione di uno studio pubblicato.
Il CdS, nell’accogliere il ricorso, ha stabilito che, dal complesso delle circostanze in esame, risultava evidente che la comunicazione ex art. 7 l. n. 241 del 1990 di avvio del procedimento di decadenza e il conseguente contraddittorio all’interno del procedimento avrebbe avuto un’effettiva utilità per l’interessato e per l’università, che avrebbe potuto mantenere fermi gli esami sostenuti dal momento che lo studente si era mostrato autenticamente interessato alle discipline del corso di laurea e dunque meritevole di portarlo a compimento.
Hai ricevuto un provvedimento di decadenza dello status di studente universitario? Scopri se puoi contestarlo e continuare il tuo percorso di studi!
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31/01/2024
