Avevano partecipato all’esame di abilitazione forense nel 2019 ma non avevano superato la seconda prova scritta. Non ritenendo corretta la propria esclusione si erano rivolti al nostro studio legale per contestare l’esclusione dall’esame avvocato. Secondo il nostro staff legale le norme che regolano l’accesso alla professione sono ostative e fin troppo complesse, e con il ricorso abbiamo sollevato l’illegittimità costituzionale dell’impianto normativo che disciplina l’accesso alla professione forense per violazione dei vincoli comunitari che garantiscono il rispetto della libertà di stabilimento e di concorrenza e che vietano l’introduzione di ostacoli ingiustificati all’accesso al lavoro.
Il Consiglio di Stato, ritenendo dunque corrette le nostre osservazioni e le nostre censure ha chiesto un parere interlocutorio al Ministero. Scrivono i giudici: “In relazione alla prospettazione in ricorso di un possibile contrasto delle norme nazionali censuiate con le richiamate norme eurounitarie in materia di libertà dell’esercizio delle professioni e non discriminazione, la relazione dell’Amministrazione non appare esaustiva, essendo indispensabile che le censure proposte dalle parti ricorrenti vengano analiticamente esaminate negli effettivi termini in cui le stesse sono state formulate. Pertanto, ai fini del parere si ravvisa la necessità che il Ministero trasmetta una relazione integrativa con la quale puntualmente prenda posizione rispetto alle predette censure sollevate dai ricorrenti”.
La richiesta di un parere interlocutorio è un’importante risultato ottenuto dal nostro studio che conferma la bontà delle nostre tesi.
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21/04/2022
