Occupazione sine titulo: il bene va restituito!
Il T.A.R. Calabria si esprime sull’istituto (T.A.R. Calabria – Catanzaro – Sentenza 2 febbraio 2017 , n. 136), ormai venuto meno nel nostro ordinamento, dell’occupazione sine titulo e delle sue conseguenze in fatto di risarcimento in forma specifica nei confronti del privato.
Il trasferimento della proprietà privata in favore dell’Amministrazione può avvenire, oltre che a mezzo dello strumento negoziale o per usucapione, soltanto mediante il procedimento espropriativo ordinario o quello “espropriativo semplificato” previsto dall’art. 42 bis D.P.R. n. 327/2001 in via eccezionale. L’istituto dell’acquisizione de facto della proprietà in mano pubblica a seguito della realizzazione dell’opera, è venuto meno nel nostro ordinamento. L’intervenuta realizzazione dell’opera pubblica non fa, quindi, venir meno l’obbligo di restituire al privato il bene illegittimamente appreso. La realizzazione dell’opera pubblica, del resto, non costituisce impedimento alla restituzione dell’area illegittimamente espropriata e ciò indipendentemente dalle modalità – occupazione acquisitiva o usurpativa – di acquisizione del terreno.
La presenza di un’opera pubblica sull’area illegittimamente occupata può quindi essere considerata come un mero fatto e non è in grado di assurgere a titolo di acquisto della proprietà. Conseguentemente, la radicale trasformazione del suolo a seguito dell’occupazione di esso e della realizzazione dell’opera pubblica non determina l’estinzione del diritto del proprietario né, correlativamente, l’acquisto della proprietà in capo all’Amministrazione o al beneficiario dell’espropriazione e legittima la condanna dell’Amministrazione provinciale alla restituzione del bene illecitamente occupato, previa riduzione in pristino delle opere eseguite.
Giuseppe Bruno per Norma.dbi.it
27/02/2017
