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Pensioni Inps, come tutelarsi dalla richiesta di restituzione di somme non dovute

Le pensioni Inps sono soggette a modifiche in aumento o in diminuzione. Non di rado l’ente di previdenza, dopo aver concesso un trattamento idoneo ad aumentare la pensione originaria, ritiene di dover recuperare le somme di denaro poiché non spettanti al pensionato.

L’istituto nazionale previdenza sociale, nel caso di specie, chiede la restituzione di somme di denaro prima concesse. La richiesta di restituzione dell’indebito viene trasmessa per errori/omissioni sulla pensione erogata, sul computo dei servizi, assegni o indennità ed altri casi previsti dalla legge.

In tal caso, è opportuno valutare preliminarmente la tipologia di indebito, in ragione della possibile illegittimità del comportamento dell’Inps. Il pensionato può dunque difendersi adeguatamente dal recupero coattivo delle somme di denaro sulla pensione.

Sicuramente, il decorrere del tempo aiuta: se sono trascorsi anni tre dal provvedimento definitivo di pensione, la richiesta dell’Inps va respinta in ragione del termine decadenziale di anni tre.

Inoltre, è possibile far valere il principio di affidamento del pensionato al trattamento pensionistico modificato in melius. (Corte dei Conti, Sez. I Centrale D’Appello, n. 344/2021).

Per opporsi al recupero coattivo delle somme da parte dell’Inps, occorre proporre idonea istanza di blocco ratei pensionistici derivanti da indebito, seguita da Ricorso alla Corte dei Conti territorialmente competente, al fine di vedere accolta l’illegittimità della pretesa economica da parte dell’Inps.

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27/04/2022

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