L'Inps ha commesso un altro errore nei confronti dei pensionati militari dell'Esercito, dell'Aeronautica e della Marina militare, applicando l’aliquota dell'1,8% annuo per ogni anno successivo dal 1/1/1998 al 31/12/2011 anziché del 2%, come previsto dall’art. 17. Chiedendo il ricalcolo della pensione si può ottenere un aumento di circa 2mila euro all'anno, oltre arretrati!
L’errore commesso dall’Inps
L’Inps ha applicato alle forze armate l’aliquota dell’1,8% annuo per ogni anno successivo dal 1.1.1998 al 31/12/2011 anziché del 2% previsto dall’art. 17.
A titolo esemplificativo: il sig. Matteo ha maturato aliquota del 28,65% dal 1998 al 2011 per 15 anni e 11 mesi (1,8 x 15 anni e 1,8 x 11/12 uguale a 28,65). Applicando l’aliquota del 2% per i predetti anni, il calcolo cambia (2% x 15 e 2% x 11/12 uguale a 31,83).
Dunque, sommando l’aliquota di rendimento precedentemente maturata a quella ottenuta dal 1998 al 2011, il totale della pensione sarà più alto e il militare avrà diritto a un aumento pensionistico. E’ possibile ottenere circa 2.000 euro annui, oltre 5 anni massimo di arretrati, in base all’anno di pensionamento.
L’azione mira dunque al ricalcolo del trattamento di quiescenza attribuito alle Forze Armate (Esercito, Aeronautica, Marina) che hanno maturato un’anzianità di servizio superiore agli anni 18 al 1995, cessando dal servizio con il calcolo pensione di tipo retributivo puro (con pensionamento entro il 31.12.2011) ovvero con il retributivo pro rata (con anni di servizio di servizio maturati a decorrere dal 1.1.2012).
Occorre dunque verificare se l’aliquota annua di rendimento applicabile ai sottoufficiali delle Forze Armate non appartenenti a ruoli speciali per mansioni d’ufficio, per gli anni successivi al ventesimo, era nella previgente disciplina dell’art. 54 TU pensioni, maggiore o inferiore al 2%.
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22/04/2024
