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TFA sostegno 2020, pubblicata la nota Miur con nuovi requisiti e prove

Il Miur ha attivato il TFA specializzazione sostegno V ciclo, inviando alle Università una nota per la predisposizione del numero dei posti.

Nella nota, il Ministero chiede di indicare entro il 6 dicembre il massimo del potenziale formativo distinto per ogni ordine e grado. La volontà del ministro Fioramonti è quella di aumentare il numero dei posti che, in base all’autorizzazione del Mef sono circa 14.000 (oltre a 7.000 idonei).

I requisiti d’accesso per partecipare al TFA sul sostegno sono:

  • abilitazione specifica sulla classe di concorso oppure
  • laurea coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del concorso e 24 CFU in discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche.
  • gli ITP possono partecipare con il diploma fino al 2024/25. Da quella data laurea triennale e 24 CFU.
  • possono partecipare anche i docenti di ruolo

Nella nota è specificato che non è più titolo di accesso la laurea associata ai 3 anni di servizio, utilizzata solo in fase transitoria per l’a.a. 2018/19. Qualora dovesse essere confermato, il nostro studio provvederà a inviare una diffida per tutelare quanti saranno esclusi dalla procedura.

Per quanto riguarda le prove, in base al dm 30 settembre 2001, sarà organizzato un test preselettivo composto da 60 quesiti, di cui 20 volti a verificare le competenze linguistiche e la comprensione dei testi in lingua italiana.

Chi supererà la prova potrà accedere al corso universitario, della durata di almeno 8 mesi, al cui termine verrà rilasciato un diploma di specializzazione per le attività di sostegno per il grado di istruzione frequentato (è possibile sceglierne solo uno, anche se si risulta vincitori per più gradi).

Ad oggi risultano 65.000 i posti che gli Usr assegnano, ad anno iniziato, ai precari, spesso anche senza titolo. Si tratta dei cosiddetti “posti in deroga”, attribuiti come supplenze al 30 giugno, spesso in seguito ai ricorsi delle famiglie di studenti che necessitano un insegnante di sostegno.

Qualora il prossimo bando, ottenute le disponibilità degli atenei, non dovesse tener conto di tali numeri e se il numero dei posti messi a bando risultasse inferiore a quelli messi in deroga, il nostro Studio legale, da sempre al fianco dei docenti, è pronto a impugnare il bando per tutelare l’intero comparto.


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28/11/2019

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