Aveva partecipato e vinto la selezione per 500 funzionari al ministero dei Beni culturali, ma dopo la decisione del Tar, il suo contratto era stato risolto. Si è rivolto al nostro Studio legale che, ritenendo ingiusta la sua estromissione, ha proposto ricorso al Consiglio di Stato che ha disposto la sua riammissione alla selezione e il conseguente reintegro.
Il ricorrente era stato escluso, a detta dell’amministrazione, per mancanza di uno dei requisiti richiesti dal bando. Era infatti in possesso di un master di secondo livello di durata annuale e non biennale come richiesto, anche se nel bando era comunque prevista la possibile equipollenza dei titoli.
Superata la preselettiva, il candidato non viene ammesso alle prove del concorso. Contatta il nostro Studio e i giudici del Tar lo ammettono con riserva. Superate tutte le prove e raggiunta anche l’assunzione, i giudici amministrativi ribaltano la decisione stabilendo la sua esclusione dal concorso. Pertanto l’amministrazione decide di risolvere il contratto. Non ritenendo corretta tale scelta, propone appello al Consiglio di Stato che contraddice la decisione del Tar e stabilisce la riammissione al concorso.
Tra le altre cose – scrivono i giudici – “non risulta giustificata la pretesa titolarità di titoli ulteriori rispetto al diploma di laurea, ed in particolare di un master di II livello della durata biennale – con esclusione quindi dei master parimenti di II livello, ma aventi solo una durata annuale – in relazione allo specifico profilo di funzionario in questione”.
Anche nell’ultimo concorso Mibact per 1052 assistenti alla vigilanza, il nostro Studio legale ha ricevuto diverse segnalazioni di irregolarità alle prove preselettive del concorso e sta analizzando le segnalazioni finora arrivate.
Per contattare il nostro staff legale e inviare la tua segnalazione, scrivi una mail a [email protected]
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22/04/2022
