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“Caporalato dei docenti”: cosa sta accadendo negli istituti paritari?

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Situazione allarmante per i docenti “adescati” e poi ricattati dai dirigenti scolastici che promettono punteggio per le GPS in cambio di un lavoro, che però non può essere definito veramente tale mancando di un requisito essenziale: la retribuzione, formalmente esistente ma sostanzialmente inesistente. Si tratta di una forma di "caporalato dei docenti" degli istituti paritari.

Caporalato dei docenti: il ricatto dei dirigenti degli istituti paritari

Le scuole paritarie vengono definite come istituzioni scolastiche non statali, comprese quelle degli enti locali, che, a partire dalla scuola per l’infanzia, corrispondono agli ordinamenti generali dell’istruzione, sono coerenti con la domanda formativa delle famiglie e sono caratterizzate da requisiti di “qualità ed efficacia”. La legge inoltre definisce le modalità per il riconoscimento della parità scolastica e i requisiti relativi, nonché le linee guida di attuazione del precedente decreto.

Si tratta di scuole che, svolgendo un servizio pubblico, accolgono chiunque ne accetti il progetto educativo, richieda di iscriversi, compresi gli alunni e gli studenti con handicap.
Le differenze tra scuola pubblica e scuola paritaria non sono solo a livello programmatico e normativo: la differenza più evidente sta nel fatto che la scuola paritaria può essere gestita da fondazioni (anche religiose), associazioni, enti privati o società, mentre quella pubblica è gestita dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.

In altri termini, le scuole paritarie sono istituti privati che ricevono finanziamenti pubblici sotto forma di contributi governativi.
Questi finanziamenti aiutano a coprire le spese operative delle scuole paritarie, ma non coprono l’intero costo. Pertanto, le famiglie devono contribuire anche attraverso tasse o rette scolastiche.
Le scuole paritarie godono di una maggiore autonomia nel definire il loro curriculum e assumere il personale insegnante.

La situazione di caporalato dei docenti (recentemente in Sicilia, ma negli anni in tutta Italia) vede infatti il personale docente costretto a restituire parte o tutto lo stipendio (in contanti) e a subire un carico lavorativo eccessivo, in cambio del punteggio per un migliore posizionamento in graduatoria.

Si tratta di una condizione assolutamente inaccettabile e contraria ai principi fondamentali e ai diritti dei lavoratori, non solo in termini di retribuzione e contributivi, ma anche in termini risarcitori, considerando il comportamento palesemente illegittimo e contrario ad ogni principio della buona fede contrattuale del datore di lavoro.

La recente notizia, a seguito della vicenda caporalato dei docenti, delle misure cautelari eseguite a carico degli istituti Siciliani (di Cefalù e Termini Imerese) richiama l’attenzione sull’importanza di garantire la tutela dei lavoratori e il rispetto delle leggi vigenti in una prassi sempre più ampia ed estesa sul territorio nazionale.

Siamo pronti a offrire il nostro sostegno e la nostra assistenza legale a tutti quei docenti che hanno subito questi ricatti e queste condizioni contrarie ad ogni principio giuslavoristico, al fine di ottenere le differenze retributive e contributive e il risarcimento del danno subito.



16/05/2024

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