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Docenti, abilitazione in Romania: la Commissione europea risponde all’esposto

Ricorso Mobilità 2018/2019La Commissione europea ha comunicato al nostro studio legale che ha attribuito un numero di ruolo all’esposto depositato nei giorni scorsi, a nome a nome dei ricorrenti che hanno aderito all’azione legale. Contestualmente, la Commissione ha chiesto ulteriori delucidazioni in merito alla violazione e l’invio di ulteriori documenti. Segno questo dell’attenzione rivolta al caso da noi presentato e della volontà di dare un seguito all’azione. La Commissione europea sta agendo con urgenza.

Per tale ragione, e in virtù del perpetrarsi della violazione, chiediamo ai docenti che si trovano nelle medesime condizioni di supportare la nostra azione, aderendo all’esposto. È ovvio che più docenti risultano penalizzati, più la Commissione sarà celere nel dare una risposta che riteniamo, alla luce delle ultime comunicazioni, essere di certo positiva.

L’esposto riguarda infatti la richiesta illegittima di ulteriori documenti da parte del Miur per avviare la procedura di convalida del titolo acquisito in Romania.

Ai sensi del D.Lgs. 206/2007, di attuazione della Direttiva CE/36/2005, è possibile richiedere in Italia il riconoscimento della formazione acquisita in un altro Paese Membro dell’Unione Europea ed ottenere l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie italiane.

Tuttavia, il Ministero pretende, per i soggetti che hanno legittimamente ottenuto il titolo abilitativo in Romania, una ulteriore integrazione documentale da parte delle autorità Rumene inerente l’adattamento della documentazione rumena a quella rilasciata dal Miur: ebbene, tale richiesta risulta essere completamente illegittima, oltre che dannosa per i docenti interessati, i quali subiscono un ritardo inaccettabile nell’esitazione della loro istanza.

Infatti, la Direttiva non prevede alcuna armonizzazione rispetto agli standard di insegnamento e pertanto la richiesta dell’Amministrazione è palesemente illegittima.

Inoltre la stessa arreca un ingiusto nocumento ai docenti interessati, i quali, da un lato, non possono ottenere dalle competenti autorità rumene quanto richiesto dal Miur e dall’altro, non riescono neanche a portare avanti la procedura di riconoscimento in Italia. Gli stessi, pertanto, si trovano in una situazione di stallo inaccettabile: non ottengono il provvedimento richiesto e non possono neanche tutelare le proprie ragioni innanzi all’Autorità Giudiziaria competente. In altri termini, i docenti sono inibiti dall’esercizio del proprio diritto, il quale è invece pienamente riconosciuto dalla normativa europea, e da una eventuale impugnazione del silenzio, nel quale incorrerebbero invece le autorità coinvolte.

Si specifica che all’azione in questione possono partecipare sia i docenti che, avendo da poco presentato l’istanza di convalida, non hanno ancora ricevuto la richiesta di integrazione documentale in questione, sia i docenti che sono stati specifici destinatari di tale richiesta.

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12/04/2022

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