La prova preselettiva del concorso per per 89 funzionari amministrativi indetto dalla Regione Toscana, non avrebbero garantito l’anonimato dei candidati, per mancato imbustamento delle prove, con conseguente potenziale lesione dei principi di trasparenza ed imparzialità e del principio della par condicio.
Dopo la vittoria al Tar, anche il Consiglio di Stato conferma le nostre tesi e riammette i nostri ricorrenti al concorso. In pratica, il nostro staff legale aveva individuato una palese violazione del principio dell’anonimato che dovrebbe invece essere garantito in tutte le procedure selettive, ovvero il mancato imbustamento delle prove.
“Le modalità di raccolta delle schede anagrafiche e delle risposte – avevano scritto i giudici del Tar – non (sono state) rispettose del principio fondamentale dell’anonimato e rendevano possibile la violazione del detto principio nella fase anteriore alla sigillatura delle urne con le schede”.
Ora anche il Consiglio di Stato, rigettando l’appello proposto dalla Regione Toscana, ha confermato la palese violazione dell’anonimato per mancato imbustamento delle prove e ha ammesso definitivamente i nostri ricorrenti alle successive prove di concorso!
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26/04/2022