Sono molti i lavoratori italiani che, a causa della crisi economica, hanno deciso di cercare la propria fortuna altrove, trovando un’occupazione stabile e trasferendo all’estero la propria residenza. Purtroppo la fuga dei cervelli fotografa bene la realtà economica del nostro paese!
Per cercare di arginare questo fenomeno ed incentivare il rientro in Italia dei nostri lavoratori, sono stati messe a punto delle importanti novità, tra cui delle agevolazioni di tipo fiscale.
Lo stato italiano, infatti, ha deciso di premiare tutti coloro che, dopo aver prestato la propria attività lavorativa all’estero, decidono di rientrare in Italia, concedendo a tali soggetti una tassazione agevolata sul loro reddito, sia da lavoro dipendente che autonomo.
In particolare, si è previsto che il reddito complessivo dichiarato dai “rimpatriati” sarà assoggettato a tassazione non nel suo intero ammontare ma solo in misura pari al 30%.
Questa percentuale si abbassa al 10% nel caso in cui il lavoratore, che rientra in Italia, decide di fissare la propria residenza in una regione del sud, quale: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia.
Quindi, in quest’ultimo caso, per un reddito complessivo di €. 100.000,00 sarà assoggettato a tassazione soltanto l’importo di €. 10.000,00, con gli evidenti benefici connessi.
Ma quali sono i requisiti necessari per accedere a questo regime agevolato?
Deve trattarsi di lavoratori che non sono stati residenti in Italia nei due periodi di imposta precedenti il trasferimento e che si impegnano a risiedere in Italia per almeno due anni oltre ad aver prestato attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano. Il regime si applica anche ai lavoratori che, alle stesse condizioni, avviano un’attività d’impresa nel nostro paese.
L’incentivo fiscale verrà applicato sia per il periodo d’imposta in cui è avvenuto il trasferimento della residenza in Italia e sia per i quattro successivi.
Tale periodo potrà essere prorogato per ulteriori cinque periodi di imposta per i lavoratori con almeno un figlio minorenne a carico o per coloro che acquistano un’unità abitativa in Italia.
In un primo momento questo beneficio poteva essere concesso solo a coloro che, come lavoratori residenti all’estero, avevano fatto iscrizione all’AIRE (anagrafe della popolazione residente all’estero), oggi questo limite è stato abbattuto per cui tutti, alla presenza dei requisiti di legge, possono beneficiarne.
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10/10/2019