Nei giorni scorsi si sono svolti in tutti gli Atenei italiani i test d’accesso in Scienze umanistiche che illegittimamente prevede il numero chiuso. In questo modo, molti studenti, pur avendo fatto il test, ma non essendosi classificati all’interno del numero dei posti bandito dalle università, sono rimasti fuori.
Molti corsi di laurea tra cui Scienze umanistiche, Psicologia, Biotecnologie, Biologia, Scienze motorie, Farmacia, e altri ancora, prevedono il numero chiuso in maniera del tutto illegittima, precludendo l’accesso a migliaia di studenti.
La stessa storia si era già verificata l’anno scorso e gli Atenei avevano dovuto, in molti casi, rivedere la decisione di chiudere l’accesso ai corsi di laurea a numero programmato, perché i Tar avevano concesso l’immatricolazione di coloro che non avevano superato il test, rendendo giustizia agli studenti.
Secondo una consolidata giurisprudenza amministrativa, infatti, è illegittima la scelta dell’Ateneo di individuare un “numero chiuso” di studenti che possono ambire ad un corso di laurea se il decreto che bandisce i test non contiene alcuna giustificazione in ordine:
- all’esistenza di un tirocinio obbligatorio da svolgere al di fuori dell’Ateneo;
- l’obbligo per gli studenti di frequentare dei corsi con laboratori ad alta specializzazione.
Il Tar ha già affermato con chiarezza che il diritto allo studio non può essere mai limitato dagli Atenei che non hanno il potere di ridurre il numero di accessi alle proprie facoltà, prescindendo da una previsione di legge.
Dunque tutti coloro che hanno sostenuto un test per accedere a Psicologia o a un corso a numero programmato (Scienze umanistiche, Scienze motorie, Farmacia, Biologia, Chimica e Biotecnologie) e non si sono classificati utilmente possono fare ricorso ed accedere al corso di laurea ambito.
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25/10/2019