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Prestazione sanitaria intramuraria, illegittima la trattenuta Irap dell’azienda ospedaliera

medico-visita-672x3511L’annosa questione relativa alla legittimità della trattenuta IRAP sul compenso del medico che svolge attività libero professionale intramuraria trova soluzione nell’analisi dei singoli regolamenti sulle modalità organizzative dell’Azienda Sanitaria di riferimento.

Premettendo che, sotto il profilo della qualificazione tributaria dell’attività intramuraria,  la stessa rientra tra le attività sanitarie per la quale opera la decommercializzazione prevista dall’articolo 88, comma 2 del TUIR, (in base al quale non assume rilevanza ai fini delle imposte sui redditi, e pertanto, anche ai fini dell’IRAP), occorre focalizzarsi sul fatto che le prestazioni oggetto dell’attività intramuraria sono svolte dai medici in regime libero professionale in fasce orarie al di fuori da quelle di servizio e vengono retribuite a parte. Tali costi per l’Azienda, dunque, non rientrano nel “costo del lavoro” per ovvi motivi che risiedono nella natura stessa della prestazione ma afferiscono all’aggregato B2 del conto economico “acquisiti di servizi sanitari” e non all’aggregato B6 “costi del personale” .

Da ciò ne consegue che, sebbene per l’Azienda i costi di tali prestazioni costituiscano comunque base imponibile sulla quale deve essere versata all’erario l’imposta sulle attività produttive, nella misura dell’8,5%, l’imposta si configura come onere riflesso che non può essere traslato tout court sul personale che eroga la prestazione libero professionale, al quale, invece, deve essere corrisposto il compenso concordato, fermo restando la possibilità per l’Azienda di tener conto di ciò in sede di determinazione dei contratti con i medici che svolgono le attività oggetto di discussione.

MEDICO_CERTIFICATO-ko9E--258x258@Quotidiano_Sanita-WebA conferma di ciò è infatti intervenuta la Suprema Corte che con  la sentenza n. 20917 del 12 settembre 2013 ha stabilito che la traslazione convenzionale dell’onere economico dell’Irap, il cui soggetto passivo resta pur sempre l’azienda ospedaliera e non i singoli medici, deve essere esplicitamente prevista in via contrattuale.

In altre parole, se la “traslazione convenzionale” dell’Irap sui compensi per attività intramoenia non costituisce oggetto di esplicita previsione contenuta all’interno del “Regolamento Aziendale sulle modalità organizzative dell’attività libero-professionale intramuraria” nonché in apposita clausola di traslazione dell’Irap all’interno del contratto che regola il rapporto tra Azienda ospedaliera e medico,  è illegittima la trattenuta IRAP operata dalle aziende sul compenso di suddetti medici.

Peraltro, è opportuno precisare che, sempre in base a quanto stabilito nella citata sentenza dai giudici di legittimità, il riferimento generico “all’applicazione delle imposte di legge” non costituisce una clausola di traslazione dell’imposta, evocando oggettivamente l’adempimento di un obbligo legislativo e non di uno convenzionale.

A sostegno dell’architettura giurisprudenziale richiamata, bisogna infine precisare in questa sede che la citata sentenza della Corte di Cassazione n. 20917/2013 ha definitivamente consolidato l’orientamento già tracciato della Corte Suprema in una precedente sentenza n. 8533 del 29 maggio 2012 nella quale stabiliva che il soggetto passivo dell’imposta sulle attività produttive relativa alle attività intramoenia va individuato nell’Azienda Ospedaliera con la diretta conseguenza dell’illegittimità della trattenuta operata sul compenso dell’attività libero-professionale spettante ai medici a titolo di rimborso della quota IRAP versata all’Erario.

Articolo a cura del Dott. Antonio Salvatore Piro

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19/04/2017

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