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Professioni Sanitarie Aggiornamento

prosanOggi il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia ha emesso le ordinanze n. 280, 281, 282, 283, 284, 285 e 286 aventi ad oggetto i test d’ammissione ai corsi di laurea in Professioni Sanitarie di Palermo e Messina, Scienze Infermieristiche e Ostetriche di Palermo e Lingua e Letteratura Moderna di Palermo.

Alla base dei nostri ricorsi vi erano numerose violazioni e illegittimità: a) il mancato rispetto del DPR 487/94 che impone l’imbustamento della scheda anagrafica e della scheda con le risposte, b) la violazione del principio “della mancata utilizzazione del maggior punteggio” che prevede l’instaurazione di un’unica graduatoria che dialoghi, attraverso un meccanismo di “interscorrimento”, con le sub graduatorie dei vari corsi di studio (in tal senso vi sono numerose decisioni del Consiglio di Stato e  dalla Corte Costituzionale), c) le incompatibilità di numerosi membri della vigilanza e delle commissioni d’esame, d) la violazione del principio dell’anonimato così come evidenziato da ben tre Adunanze Plenarie del Consiglio di Stato.

Ogni ricorso in appello è stato curato nei minimi dettagli, portando all’attenzione del Collegio giudicante le evidenti storture di una procedura selettiva a dir poco opaca e, al contempo, i precedenti giurisprudenziali favorevoli che tutti ( e ribadiamo tutti) i Tar d’Italia, il Consiglio di Stato e (incredibile!) lo stesso CGA hanno prodotto negli ultimi anni.

In altre parole, sarebbe bastato che i giudici del Consiglio di Giustizia avessero continuato a pensarla “allo stesso modo” per vedere accolte le nostre istanze e coronare il sogno di 500 giovani siciliani.

Sorprendentemente, però, il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha ritenuto che i precedenti invocati dalla parte appellante propongono questioni non coincidenti con quelli oggetto della presente controversia e che pertanto – alla sommaria cognizione propria della fase – non emergono sufficienti elementi per discostarsi dall’assetto cautelare definito dal TAR.

Tale decisione appare alquanto ingiusta e priva di una reale motivazione.

Proprio per tale ragione, la nostra battaglia continuerà e il nostro obiettivo sarà proprio quello di far valere i diritti dei ricorrenti e ottenere il riconoscimento delle violazioni verificatesi, con l’auspicio di ottenere un esito favorevole e soprattutto l’applicazione dei precedenti giurisprudenziali favorevoli.

10/12/2015

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