Concorso Mibact, ecco le graduatorie: pubblicate quelle degli antropologi
Sono stati pubblicati i primi risultati riguardanti le prove scritte per il concorso Ripam – Mibact per l’assunzione, a tempo indeterminato presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, di 500 funzionari da inquadrare nella III area del personale non dirigenziale, posizione economica F1, di cui all’avviso pubblicato in Gazzetta Ufficiale 4° Serie Speciale Concorsi ed esami n. 41 del 24 maggio 2016.
Ricordiamo che tale concorso prevedeva la selezione di diversi profili e nello specifico di Architetti, Antropologi, Archeologi, Archivisti, Bibliotecari, Comunicazione e Promozione, Demoetnoantropologi, Storici dell’arte.
Dopo aver sostenuto le prove preselettive, i vincitori sono stati chiamati lo scorso dicembre a svolgere le relative prove scritte.
Ebbene, proprio in questi giorni stanno per essere pubblicati tutti gli elenchi degli ammessi alle prove orali.
I primi a ricevere il verdetto sono stati gli antropologi il cui esito è stato già pubblicato lo scorso 26 gennaio.
Sul sito ufficiale del RIPAM è infatti apparso il definitivo elenco degli ammessi alle prove orali che si svolgeranno il 16 ed il 17 febbraio p.v.. (clicca qui per l’elenco antropologi). All’elenco sopra menzionato si è aggiunto anche quello dei bibliotecari. (Clicca qui per l’elenco bibliotecari)
Tuttavia, grazie alle vostre segnalazioni, abbiamo appreso che la procedura di correzione delle prove scritte potrebbe non essersi svolta correttamente.
– Concorso Mibact, Mancanza dei criteri di valutazione
La commissione preposta alla correzione degli elaborati non ha reso noto i criteri sulla base dei quali sono stati valutati tutti gli elaborati scritti.
Com’è noto, le commissioni concorsuali sono obbligate a predeterminare i criteri posti alla base della valutazione degli elaborati scritti.
Ed infatti, al fine di garantire la trasparenza del procedimento, la commissione, nel corso della prima riunione, DEVE stabilire i criteri e le modalità di valutazione delle prove concorsuali al fine di assegnare i punteggi alle singole prove.
Tale circostanza, tuttavia, nel caso in esame sembra non essere avvenuta.
– Concorso Mibact, Violazione dell’anonimato
Sotto un altro aspetto, secondo quanto specificato dal RIPAM attraverso le “istruzioni prove tecniche”, pubblicate prima dello svolgimento delle prove scritte e contenenti tempi e modalità di svolgimento delle prove, è possibile affermare che la procedura non ha rispettato uno dei principi cardine posti alla base di qualunque concorso pubblico: la garanzia dell’anonimato degli elaborati.
Nel bando era espressamente previsto che “Le prove scritte sono corrette in forma anonima.”.
Tuttavia, dalla mera lettura delle istruzioni pubblicate dal Ripam e valide per tutti i profili banditi si legge testualmente:
“PROCEDURA DI ANONIMATO E CONSEGNA DEGLI ELABORATI
La prova è anonima. Qualunque segno particolare apposto sui fogli o sulle buste, potrà essere considerato segno di riconoscimento e portare all’esclusione degli autori. Al termine della prova dovete inserire il cartoncino anagrafico, firmato in maniera leggibile, nella busta piccola consegnatavi all’ingresso. Subito dopo inserirete la busta piccola, che avrete sigillato e i due fogli tipo protocollo in una busta grande, consegnatavi prima del termine della prova.
Conclusa la prima prova, i concorrenti consegnano alla Commissione il plico contenente l’elaborato e la busta interna. Per ciascun candidato è annotato l’orario della consegna e attribuito un numero provvisorio corrispondente a quello dell’elenco utilizzato per l’identificazione al fine di consentire per ogni candidato l’abbinamento in anonimato del primo elaborato con l’elaborato del secondo giorno di prove”.
Da questo ultimo inciso si evince facilmente che, una volta conclusa la prima prova, ad ogni elaborato è stato assegnato sulla busta un numero corrispondente a quello presente nell’elenco utilizzato per l’identificazione dei candidati.
In tal modo, non risulta tutelato il principio dell’anonimato delle prove, in quanto è stato possibile abbinare immediatamente la busta, contenente la prova, all’identità del candidato attraverso il numero presente nel registro delle generalità dei candidati.
Ma non è tutto.
Proseguendo l’analisi delle istruzioni tecniche dettate dal Ripam è possibile notare come non solo la prima prova è rimasta identificabile fino allo svolgimento della seconda prova (avvenuta nei giorni successivi), ma anche successivamente dal momento che la commissione non ha mai rimosso il numero identificativo dalla busta contenente la prima prova.
Ed infatti le buste originarie (una delle quali conteneva il numero identificativo) sono state semplicemente racchiuse in una più grande.
“Conclusa la seconda prova i concorrenti consegnano alla Commissione il plico preventivamente chiuso contenente l’elaborato e la busta piccola sigillata contenente i dati anagrafici. Per ogni candidato viene rilevato il numero provvisorio attribuito al momento della consegna della prima prova scritta, individuata la busta contrassegnata con il suddetto corrispondente numero contenente la prima prova scritta. Le due buste, contenenti la prima prova e la seconda prova vengono inserite in un unico plico più grande, sigillato e siglato dalla commissione.”
Vale la pena ricordare che violazioni di questo tipo sono già state rilevate in casi analoghi dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato che ha avuto modo di fornire un chiarimento definitivo in ordine alla questione del principio di anonimato nell’ambito dei concorsi pubblici.
Alla luce di quanto emerso il nostro staff sta predisponendo un’azione legale volta ad ammettere tutti i candidati valutati come inidonei alle successive prove orali.
Per aderire all’azione clicca qui.
Per qualsiasi informazione invia una mail all’indirizzo [email protected] o compila il nostro form “Raccontaci il tuo caso”.
13/04/2022