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RIVALUTAZIONE PENSIONI – ARRIVA IL RICORSO

pensioniIl D.L. 65/2015, che ha limitato (o addirittura escluso in alcuni casi) la rivalutazione spettante ai pensionati per gli anni 2012-2013 per effetto della dichiarazione di incostituzionalità della Legge Fornero (Corte Costituzionale – Sentenza n. 70/2015), è stato convertito con la Legge n. 109 del 17.07.2015 (pubblicato in G.U. il 20/07/2015 n. 166 – in vigore dal 21.07.2015).

Lo Studio Legale Leone ritiene il superiore intervento Legislativo del tutto lesivo dei diritti dei pensionati, oltre che manifestamente illegittimo, essendo in assoluto contratto con quanto stabilito dalla stessa Corte Costituzionale nella Sentenza n. 70/2015.

Nella sopracitata Sentenza, la Consulta ha ritenuto fondata la questione di legittimità costituzionale della Legge Fornero con riguardo agli artt. 3, 36, I co. e 38, II co., Cost., in quanto “l’assenza di rivalutazione impedirebbe la conservazione nel tempo del valore della pensione, menomandone l’adeguatezza…. il blocco della perequazione lederebbe il principio di proporzionalità tra la pensione, che costituisce il prolungamento della retribuzione in costanza di lavoro, e il trattamento retributivo percepito durante l’attività lavorativa. .. la mancata rivalutazione, violando il principio d proporzionalità tra pensione e retribuzione e quello di adeguatezza della prestazione previdenziale, altererebbe il principio di eguaglianza e di ragionevolezza, causando una irrazionale discriminazione in danno alla categoria dei pensionati…”

La Corte Costituzionale, in una precedente pronuncia (Sentenza n. 316 del 2010 – relativa all’azzeramento della perequazione dei trattamenti pensionistici superiori a otto volte il trattamento minimo INPS, per l’anno 2008), “ha indirizzato un monito al legislatore, poiché la sospensione a tempo indeterminato del meccanismo perequativo, o la frequente reiterazione di misure intese a paralizzarlo, entrerebbero in collisione con gli invalicabili principi di ragionevolezza e proporzionalità. Si afferma, infatti, che …le pensioni, sia pure di maggiore consistenza, potrebbero non essere sufficientemente difese in relazione ai mutamenti del potere d’acquisto della moneta”.

Considerato che il Legislatore è già intervenuto ad adottare con la Legge 27 dicembre 2013 n. 147, l’azzeramento della rivalutazione per l’anno 2014 per le fasce di importo superiore a sei volte il trattamento minimo INPS, dunque, come ritenuto dalla Consulta, lo stesso “non può eludere il limite della ragionevolezza”, in sede di bilanciamento tra un adeguato trattamento pensionistico e le risorse finanziarie di cui dispone, “Al legislatore spetta, inoltre, individuare idonei meccanismi che assicurino la perdurante adeguatezza delle pensioni all’incremento della vita… La sospensione a tempo indeterminato del meccanismo perequativo, ovvero la frequente reiterazione di misure intese a paralizzarlo, <<esporrebbero il sistema ad evidenti tensioni con gli invalicabili principi di ragionevolezza e proporzionalità>>, poiché risulterebbe incrinata la principale finalità di tutela, insita ne meccanismo della perequazione, quella ce prevede una difesa modulare del potere d’acquisto delle pensioni”.

Per questi motivi la Consulta ha ritenuto illegittima la Legge Fornero, poiché la stessa ha valicato i limiti di ragionevolezza e proporzionalità, con conseguente pregiudizio per il potere d’acquisto del trattamento pensionistico, oltre che per la vanificazione delle aspettative nutrite dal lavoratore per il periodo successivo alla cessazione dell’attività lavorativa, e perché “non è stato dunque ascoltato il monito indirizzato al legislatore con la sentenza n. 316 del 2010”.

Nonostante la Sentenza della Consulta n. 70/2015, il Legislatore con D.L. 65/2015, conv. L. 109/2015, ha continuato a disattendere il superiore monito.

Pertanto, lo Studio Leone propone ricorso avverso il D.L. 65/2015, conv. L. 109/2015, in quanto viola i superiori principi di ragionevolezza e proporzionalità, con conseguente pregiudizio per il potere d’acquisto del trattamento pensionistico.

Si precisa che l’interesse a proporre ricorso è dei pensionati che percepiscono una pensione complessivamente superiore ad €. 1.405,05 lorde, poiché quelli che non superano detto importo non subiscono alcun pregiudizio dal decreto, in quanto spetta loro una rivalutazione del 100%.

Per poter adire in giudizio, è previamente necessario presentare un’apposita istanza all’INPS con la richiesta di ricostituzione della pensione e rimborso degli arretrati ai sensi della citata sentenza (SCARICA IL MODULO). 

Per avere maggiori informazioni RACCONTACI IL TUO CASO

Approfondimento a cura dell’ Avv Maria Saia

19/07/2016

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